IL PIANTO GRECO SUL MURO TEDFESCO, di Mario Monti
Pubblicato il 16 maggio, 2012 in Politica | Nessun commento »
E adesso cosa succede? A sentire i panzer di Berlino, niente. Il ministro delle Finanze tedesco Schauble ieri ha subito confermato che il nuovo voto in Grecia «non cambia la situazione e Atene deve attuare il suo programma per rimanere nell’Euro». Il seguito delle dichiarazioni di Schauble è rivelatore: «La Grecia deve eleggere un governo che rispetti i termini di salvataggio internazionale per rimanere nell’Euro». Traduzione: i greci devono eleggere non il loro esecutivo, ma quello che piace a Berlino. È questa la plastica rappresentazione della «germanizzazione» dell’Europa e le sue conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. In realtà, con buona pace del falco Schauble, in Europa sta succedendo di tutto e il percorso dell’Euro è più che mai a rischio. Atene avrà un suo governo provvisorio, nel frattempo il quadro economico peggiorerà per effetto della cura «brussellese» che sta sfasciando l’economia e bruciando un’intera generazione: oggi la Grecia ha il 51% dei giovani disoccupati. I tedeschi proveranno a giocare duro, con l’arma della minaccia e facendo leva sulla paura, per sollecitare un voto «pro-Euro», ma a Berlino non brillano per fantasia e infatti è probabile la proliferazione del caos e la crescita ulteriore delle liste di estrema destra e sinistra, un massiccio avanzamento dell’area «fasciocomunista». Il partito di estrema sinistra, Syriza, da solo dovrebbe conquistare secondo gli ultimi sondaggi altri 50 seggi in Parlamento. Il trionfo del «no Euro». Politicamente la situazione rotola verso l’uscita della Grecia dall’Eurozona entro l’estate. La vera domanda da porsi a questo punto è se il default debba avvenire subito o più tardi. Non a caso ieri il direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, evocava un’uscita «ordinata» dall’Eurozona. Soluzione che a Washington hanno studiato da tempo. In ogni caso il Fondo e l’Unione Europea di aprire un ombrello, ma nella totale incertezza sugli effetti collaterali del default. Un problema risolvibile qualche anno fa con l’iniezione di 50 miliardi di euro, rischia di diventare la pietra tombale della moneta unica. L’Ecofin di ieri, d’altronde, è la metafora della situazione: un flop. Perfettamente in linea con l’incertezza middleuropea. Cosa fare? Bisognerebbe riprendere l’iniziativa politica, cambiare il memorandum dell’intesa con la Grecia e far leva sulle difficoltà di Atene non per strangolare il suo popolo. Quali? Uscire dall’Euro significa tornare alla Dracma: i greci sono in grado di farlo? Ne dubito. Il kaos (alla greca) è assicurato. Ma oltre ai dipendenti pubblici di Atene (strangolati) finiamo per pagarlo noi al posto dei tedeschi. Morire per Berlino no, salvare Atene sì. Mario Sechi, Il Tempo, 16/05/2012
..……………..Ma non può essere il governo del germanofilo Monti a salvare Atene mandando a picco l’alleanza con la Germania, anzi la sottomissione italiana ai diktat della neonazista Angela Merkel. Una ragione di più per mandare all’aria il governo Monti, restituendo alla poltica il suolo ruolo e la sua responsabilità, previo elezioni anticipate. g.