Archivio per la categoria ‘Recensioni’

L’ITALIA DEI POVERI, un libro da non perdere

Pubblicato il 8 ottobre, 2011 in Recensioni | No Comments »

L'ITALIA DEI POVERI, di Giovanni Russo

E’ in libreria da qualche giorno l’ultima fatica letteraria di Giovanni Russo, inviato speciale del Corriere della Sera, già collaboratore de “Il Mondo”  di Mario Pannunzio, autore di molti libri sulle condizioni sociali del Paese, specie nel Mezzogionro,  e vincitore di numerosi premi tra cui il Premio Mezzogiorno nel 1993 e il Premio Positano nel 1998.

L’Italia dei poveri, edizioni Hacca,  ha come protagonisti gli operai, contadini, emigranti, sacerdoti, prostitute, turisti. Nel libro, Giovanni Russo ci parla di un’Italia umile, costretta a muoversi in un orizzonte precario, ma non privo di speranza, e lo fa per dare luce ai volti anonimi di una nazione sommersa. Leggendo queste pagine, è come se una nazione che fino agli anni Cinquanta era stata prigioniera di un antico e pesante letargo, adesso si fosse destata per entrare in un destino di modernità. Ne viene fuori un quadro che non soltanto contempla la condizione del “mondo chiuso” di un tempo ormai passato, ma annovera anche luoghi e abitudini del sottoproletariato tanto cari all’immaginario di molti scrittori,  e da un Mezzogiorno, dove il tempo continua a scorrere con la sacralità dei patriarchi biblici, ci si proietta a grandi falcate negli scenari industriali. In questo libro, Giovanni Russo   fornisce un ritratto di un Paese ingenuo e stralunato, candido e smaliziato, incantato e perverso, com’era in quegli anni e come ha continuato a esserlo fino a oggi. Saggio imperdibile per chi vuole documentarsi su quel che eravamo e quel che siamo diventati.

L’ITALIA DEI POVERI, di Giovanni Russo, Edizioni Hacca, euro 16,oo

I CARI ESTINTI, di Giampaolo Pansa

Pubblicato il 13 giugno, 2010 in Recensioni | No Comments »

E’ l’ultimo saggio di Giampoalo Pansa, saggista e romanziere di successo, giornalista attento e attento narratore delle vicende politiche italiane. Negli ultimi anni ha “rivisitato” il secondo dopoguerra, riscrivendo pagine di verità sulle vicende  che caratterizzarono la fine della guerra civile  in Italia. Prima Il sangue dei vinti da cui è stato tratto l’omonimo film con Michele Placido, poi La grande bugia e poi ancora I gendarmi delle memoria, hanno contribuito più di ogni altro a riscrivere pagine di verità su una tragedia che insanguinò sopratutto le regioni del centronord. E per questo Pansa, uomo di sinistra, si è ritrovato ad essere a sua volta oggetto di aggressioni, contumelie, diffamazioni. Eppure è lo stesso giornalista, fieramente antifascista,  che dalle colonne dell’Espresso e di altri  importanti fogli di sinistra, negli anni sessanta, settanta e ottanta, è stato uno dei più spietati fustigatori della classe dirigente che ha governato l’Italia dal 1945 al 1992, anche con molti saggi di denuncia politica che hanno lasciato il segno. Tutto ciò non lo ha  esentato dalla gogna cui da sempre in Italia viene sottoposto chiunque ridiscuta i luoghi comuni e le parole d’ordine della sinsitra. Ma Pansa non ha ceduto di un millimetro e scoperta la verità sulle “radiose giornate” del 1945, non ha avuto esitazioni a scriverne. Come fa ora con questo  saggio, I cari estinti, dedicato agli uomini politici spazzati via da Tangentepoli,  dopo aver governato l’Italia dalla fine della guerra, guidandola nella lunga marcia della ricostruzione e del boom economico, per quasi 50 anni. Pansa, in questo suo libro, che è anche un libro di ricordi, parla degli uomini della Prima Repubblica con rispetto quano non lo fa con simpatia, la simpatia che si prova verso chi, in qualche modo, è stato un compagno di viaggio della propria esistenza. Anzi, scrive Pansa, “i partiti della prima repubblica, i leader, i capi di seconda e terza fila, sino ai peones, sono diventati i soggetti più frequenti del mio lavoro. Ne ho scritto così tanto che stradfa facendo mi sono accorto di un fatto sorprendente. Quei personaggi erano oramai i compagni della mia vita professionale. Più li osservavo e più mi stavano accanto. Come per ricordarmi che, senza di loro, il mio mestiere non avrebbe avuto significato“. Parole da cui traspare in fondo qualcosa che assomiglia molto alla simpatia, che diviene ancor più evidente leggendo le pagine del saggio, lì dove necessariamente  Pansa deve mettere a confronto quegli uomini e quella calsse dirigente con quella attuale, almeno con una parte di quella attuale. E così ricorda gli uomini che dominarono il Paese nel dopoguerra ricordando “il pio Rumor, l’irriducibile Fanfani, l’eterno Andreotti, l’enigmatico Moro, l’aggressico De Mita, il mocale Berlinguer, l’ardimentoso Craxi, il tenace Almirante, l’ambizioso Spadolini”. E si pone anche domande che costituiscono il filo conduttore della sua ricerca storica narrata nel libro: la Dc ci ha salvati dallo stalinismo ma ha usato male il suo strapotere? Craxiera solo uno dei tanti poltici corrotti o uno statista coraggioso? Il PCI lavorava per l’Unione Sovietica? Perchì i vincitori della guerra civle sono finiti nel baratro di Tangentopoli? Alla fine del libro il lettore che avrà avuto pazienza potrà dare le medesime  risposte che Pansa si è date e che lo hanno indotto a ricordare, talvolta con ironia, talvolta con struggente nostalgia, mai con irriverenza,  i “cari estinti” di una Italia che fu. g.

—--I CARI ESTINTI, di Giampaolo PANSA, Editrice Rizzoli, euro 22,00.

IL VOLONTARIO, la biografia di Witold Pilecki

Pubblicato il 4 marzo, 2010 in Recensioni | No Comments »

L’ha scritta Marco Petricelli per le edizioni Laterza, 394 pagine, 20 euro. E’ la storia di un altro, uno dei tanti sconosciuti Eroi della seconda guerra mondiale.  Witold Pilecki è un patriota polacco che sotto falso nome si fece deportare nei lager nazisti per spiarne meglio le tragiche , verità. Ma gli alleati ai quali Pilecki faceva pervenire i suoi rapporti in maniera rocambolesca non seppero o, forse, non vollero leggere le atroci verità che Pilecki raccontava. Nel 1943 Pilecki riuscì ad evadere da Auschwitz con una fuga che, se non fosse vera, sembrerebbe un invezione cinematografica tanto appare emoziante agli occhi del lettore così come l’ha ricostruita e narrata nella biografia ora data alle stampe da Marco Peticelli che minuziosamente ne ripercorre le gesta. Che serviranno a scrivere la condanna a morte  del coraggioso polacco, coraggioso come tanti suoi compatrioti,  nella Polonia occupata dai comunisti nel 1948 . La biografia edita da Laterza  di cui consigliamo la lettura è destinata ad illuminarne la Memoria.