E’ L’ORA DEGLI UNTORI
Pubblicato il 22 gennaio, 2011 in Costume, Cronaca | No Comments »
L’ultimo in ordine di tempo è lo scrittore Roberto Saviano, che ha scritto un solo libro, o meglio è l’autore di un collage di articoli e notizie della stampa che ha avuto una smisurata fortuna editoriale anche in virtù del suo editore, e per questo viene celebrato come l’unico baluardo contro la camorra napoletana, mentre i poliziotti, i carabinieri, e tutti gli altri che ogni giorno rischiano la vita per contrastare la criminalità organizzata, pare siano solo i figuranti dove c’è solo un protagonista, cioè Saviano. Ieri Saviano è stato insignito della causa honoris causa in giurisprudenza dall’Università di Genova e subito dopo la cerimonia, con la toga indosso che avrebbe dovuto consigliargli rispetto e ricordargli che in Italia vige il principio della presunzione di innocenza che vale anche per il cittadino Berlusconi, ha dichiarato di dedicare l’ambito riconoscimento ai PM di Milano, Boccasini in testa, aggiungendo che oggi chiunque si oppone ( a Berlusconi, evidentemente) sa che l’aspetta fango e aggressione. E bravo Saviano. Lui pubblica con la casa editrice Mondadori che notoriamente appartiene alla famiglia Berlusconi e che è presieduta dalla di lui figlia Marina, in prima fila a difendere il padre, e sempre Saviano compare in TV, incassando una barca di soldi che un comune mortale non guadagnerebbe non in una ma almeno in tre o quattro vite, in una trasmissione prodotta dalla Edilmond, società di produzione televesiva facente capo sempre alla famiglia Berlusconi….e però non perde l’occasione per mandargliela a dire a Berlusconi, così mentre con una mano prende e come prende! da chi “aggredisce chi si oppone” con l’altra tira schiaffi a chitanto gli dà. E’ l’eterna doppiezza dei mediocri. g.
…..A margine di questa nostra nota, pubblichiamo sulle interessatre dediche di Saviano ai PM di Milnao, una dichiarazione di Vittorio Sgarbi:
Vittorio Sgarbi: “In un clima di conformismo e di assoluta violazione delle libertà individuali il facile attacco a Berlusconi ha determinato una comoda, opportunistica, ridicola decisione di Saviano: dedicare la laurea honoris causa, attribuitagli per moda e per compiacenza, ai magistrati di Milano che hanno aperto la più straordinaria inchiesta contro la libertà sessuale. Il conformismo dominante”, ha proseguito il critico d’arte, “determina l’attribuzione di lauree honoris causa perché esse possono essere usate strumentalmente. Forse sarebbe meglio darle a chi conosce la letteratura e non trasforma istinti e desideri in crimini. E voglio aggiungere che nella denuncia degli interessi mafiosi in Sicilia e in Puglia legati alla colossale truffa dell’eolico che comporta anche una distruzione del Paesaggi contro l’articolo 9 della Costituzione, non ho mai visto Saviano scaldarsi nonostante le mie sollecitazioni come nel sostegno alla battaglia dei magistrati di Milano”.
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I conti sono salati. Ha nove zeri il costo dell’inchiesta della Procura di Milano sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e gli altri indagati eccellenti per il presunto giro di sesso e soldi. In cifre: un milione 325.170 mila euro. L’importo è ipotetico, verosimile e presumibilmente anche sottostimato. Riassume i costi del colossal giudizario ma immaginando uno scenario improbabile e decisamente al risparmio: che l’esercito investigativo coi suoi apparati tecnologici si siano mossi e messi in funzione per un breve periodo e non per sei mesi, come invece è realmente accaduto nel corso dell’inchiesta. E non è finita. Il totale (parziale) della “fattura” è stato ricavato mettendo insieme il numero di intercettazioni (una media di 600 al giorno) di conversazioni telefoniche e anche di messaggi. I titolari delle utenze sono i soggetti di spicco ma non tutti (una trentina).
Era il piccolo grande eroe di Mentana anche se lui, Isidoro Mirabella, deceduto sabato scorso a 81 anni, siciliano di nascita, nella cittadina garibaldina s’era trasferito «soltanto» negli anni Settanta. Mingherlino e basso di statura ma con un cuore immenso. Nella notte dell’11 giugno 1981 quando l’Italia seguiva in diretta tv da Vermicino i soccorsi per salvare Alfredino Rampi, 6 anni, caduto in un pozzo profondo 35 metri, Isidoro Mirabella si presentò volontario e vi si calò. Era il secondo giorno di tentativi per estrarre il bimbo ancora vivo e l’ottimismo iniziale cominciava a scemare.

Premessa: qui a Il Tempo non ci piace la magistratura d’assalto, ricordiamo sempre che il simbolo della legge è la bilancia, ci fanno orrore le sentenze preventive. Per queste semplici ragioni non mi bevo come nettare miracoloso i verbali delle procure e osservo che troppo spesso le inchieste iniziano con presunti colpevoli e finiscono con certissimi innocenti. E per questo credo che il signor Finocchiaro, il marito di Anna, capogruppo del Pd al Senato, sia al massimo un ingenuo. E sempre per queste ragioni penso che le accuse della Caritas alla giunta comunale dell’Aquila – e al suo sindaco Massimo Cialente – siano da pesare. In ogni caso, questi due casi sono emblematici perché si prestano ad esser rovesciati e a mostrare il doppiopesismo che ha distrutto la politica italiana e, in particolare, la sinistra nel suo complesso. Se al posto del marito della Finocchiaro ci fosse stato, che ne so, il marito di Maria Stella Gelmini e se al posto del sindaco Cialente ci fosse stato, così tanto per gradire, Gianni Alemanno, secondo voi, cari lettori, cosa sarebbe successo? Immagino la scena: dichiarazioni sdegnate della Finocchiaro in Parlamento che chiedeva le dimissioni del ministro; interrogazioni e interpellanze dei democratici contro il primo cittadino della Capitale; titoloni cubitali dei giornaloni, servizi televisivi dove venivano intervistati gli studenti universitari che esprimevano il loro sdegno per la ministra tagliabilanci; marce di intellettuali e Ong sotto il Campidoglio e articolesse grondanti di vibrante protesta e severa indignazione. Due pesi, due misure. Questo è il fulgido esempio che viene dai sinistrati del Belpaese.