PIL TAGLIATO E CONSUMI IN PRECIPITOSO CALO: SERVE UNA NUOVA MANOVRA. E LORO, IL GOVERNO DEGLI INCAPACI, SE LA RIDONO. TANTO CI SONO LE TASSE DA AUMENTARE….

Pubblicato il 27 novembre, 2012 in Economia, Il territorio, Politica | Nessun commento »

L’Italia potrebbe avere bisogno di una nuova manovra e si trova a fare i conti con il maggior calo dei consumi dalla seconda guerra mondiale. A lanciare l’allarme è l’Ocse che ha tagliato l’outlook per il nostro Paese. Le previsioni dell’Organizzazione di Parigi sono più pessimiste di quelle del governo. Secondo l’Ocse, il Pil nel 2013 calerà dell’1%, contro la flessione dello 0,4% stimata in precedenza. Per il prossimo anno l’esecutivo ha previsto invece una contrazione pari ad appena lo 0,2%. L’Organizzazione parigina ha inoltre rivisto al ribasso le stime per il 2012, con il Pil che e’ ora previsto in calo del 2,2%, contro la flessione dell’1,7% stimata lo scorso maggio. Il deficit dovrebbe scendere al 3% del Pil quest’anno e al 2,9% nel 2013. L’esecutivo nella Nota di aggiornamento al Def aveva invece stimato un indebitamento netto pari al 2,6% quest’anno e all’1,6 il prossimo. Alla luce della nuova previsione l’Italia, sottolinea l’Ocse, potrebbe avere bisogno di una nuova stretta fiscale nel 2014 per rispettare l’obiettivo di una riduzione del debito al 119,9% del Pil nel 2015. Ma per il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, una nuova manovra non è necessaria. “Se hanno messo dei condizionali – ha osservato il ministro – dovrei guardare con attenzione quello che dicono però ritengo che, così come vediamo nei nostri scenari, è chiaro che noi abbiamo un bilancio in pareggio anche nel 2014″. Secondo l’Organizzazione di Parigi, inoltre, le misure di austerità varate dal governo Monti hanno causato il maggior calo dei consumi registrato dal secondo conflitto mondiale. “Il consolidamento fiscale, pari quest’anno a quasi il 3%, ha indebolito la domanda interna, e i consumi privati sono scesi al tasso maggiore dalla Seconda Guerra Mondiale”, afferma l’Ocse che tuttavia esprime fiducia nel cammino di risanamento tracciato dall’esecutvio. Le riforme varate dal governo Monti, in particolare quella del mercato del lavoro, spiega l’Ocse, riusciranno a sollevare l’Italia da una decade di stagnazione economica e l’esecutivo che gli succederà dovrà proseguire sulla stessa linea di riforme strutturali e consolidamento fiscale. “Una marcia indietro – aggiunge l’organizzazione – danneggerebbe sia la fiducia dei mercati che la crescita”. L’Ocse vede nero sul fronte del lavoro. Il tasso di disoccupazione in Italia, stimato al 10,6% nel 2012, è destinato a salire all’11,4% nel 2013 e all’11,8% nel 2014. Il tasso di disoccupazione nell’Eurozona e’ invece previsto all’11,1% quest’anno, all’11,9% nel 2013 e al 12% nel 2014. Segnali poco incoraggianti arrivano anche dalla Banca d’Italia: il reddito reale delle famiglie italiane subirà quest’anno “una diminuzione anche piu’ marcata di quella, del 2,5%, avutasi in occasione della recessione del 2009″. Il Tempo, 27 novembre 2012

“IL POLITICO PORTATILE” : LEGGETE, DIVERTITEVI E MEDITATE.

Pubblicato il 27 novembre, 2012 in Costume | Nessun commento »

Frasi tratte da “Il politico portatile – La questione morale da Aristotele ai Simpson” – A cura di Carlo Alberto Brioschi

guanda il politico portatile di brioschiQuando mi arrivò la tessera della loggia massonica P2 rimasi offeso perché sopra c’era scritto « apprendista muratore »: ma come! Io ero un costruttore affermato. Silvio Berlusconi

L’altro giorno nella cappella di Arcore ho visto mia madre in colloquio diretto con Lui, il mio angelo custode, mio padre e le mie zie che sono dal l’al tra parte.
Li rimproverava di non fare abbastanza per aiutarmi...Silvio Berlusconi

Il colore del gatto non conta finché acchiappa i topi.Deng Xiaoping

Programma di governo. Animale fantastico appartenente al regno zoopolitico. Va detto che l’animale non è mai stato fotografato, nemmeno col teleobiettivo.
Fruttero e Lucentini

silvio Berlusconi

Come diceva il principe di Salina questi sono i tempi delle volpi e delle faine, la stagione dei leoni e dei gattopardi è finita. Eugenio Scalfari

Vai a guardare al fondo dei problemi politici e ci troverai sempre una questione di patrimonio e di portafoglio.Eugenio Scalfari

Se è gratis c’è l’inganno.Ignazio Silone

Come se delegare ai giudici la missione dei vendicatori fosse sufficiente all’intera società per mondarsi dei propri peccati.Pierluigi Battista

Eugenio Scalfari un maestro di giornalismo

L’inesatta rappresentazione della realtà era la caratteristica poi dei bilanci che i partiti presentavano in Parlamento. Bilanci regolarmente falsi e regolarmente approvati senza lotta, senza spasimi, senza opposizioni rumorose o visibili.Bettino Craxi

Costavano i giornali, costavano i periodici, la documentazione delle attività, gli atti dei convegni, dei congressi, le riviste politiche, storiche, specialistiche.
Costavano i libri e gli opuscoli. Tutti strumenti che non diffondevano le idee del demonio, ma che affrontavano tematiche sociali e si occupavano di interessi
generali.Bettino Craxi

Carlo Fruttero e Franco Lucentini

Il denaro è il latte materno della politica. Detto americano

Così come Cristo media tra Dio e gli uomini, così il denaro media tra un uomo e l’altro. Karl Marx

Dovunque siamo arrivati a sollevare coperchi abbiamo trovato irregolarità. Chissà cosa emergerebbe se avessimo la possibilità di sollevarne di più. Antonio Di Pietro

Ogni regime ha avuto ladri, in qualunque sistema e latitudine, e sempre li avrà.Francesco Cossiga

In uno Stato molto corrotto, ci sono troppe leggi.Tacito

Io credo che un artista non si debba mai prostituire se non per denaro.Beppe Grillo

bettino craxi

Il poco conto in cui Dio tiene le ricchezze lo si intuisce osservando a chi le dà. Alexander Pope

Tutte le bandiere sono talmente sporche di sangue e di merda che è tempo di non averne più del tutto.Gustave Flaubert

Io capisco l’indignazione, non lo stupore. Non capisco quelli che oggi lacrimano e mostrano meraviglia. Ma in quale mondo credevano di vivere? Indro Montanelli (nell’anno in cui iniziano le inchieste di Tangentopoli)

«Caro direttore, le rubo un po’ di spazio» ha scritto Craxi all’« Avanti!». Incorreggibile Bettino: perfino al giornale del suo partito.Indro Montanelli

La tangente è democratica. Qui a Milano, per esempio, stiamo inquisendo dai ministri ai becchini.Antonio Di Pietro

BEPPE GRILLO - Copyright Pizzii

I partiti si erano trasformati in società per azioni, dove uno comperava le azioni con le tangenti per assicurarsi la possibilità di essere eletto.Piercamillo Davigo

L’italiano è mosso da un bisogno sfrenato d’ingiustizia. Ennio Flaiano

Non c’è nulla di sbagliato in questo Paese che un’elezione non possa sistemare. Richard Nixon

Certo giornalismo nostrano è una lavanderia dove i panni entrano puliti ed escono sporchi.Roberto Gervaso

francesco cossiga

Il giornalismo che fa troppa morale è il giornalismo più immorale.Roberto Gervaso

Ho sempre preferito la merda dei corrotti al sapore dolciastro dell’ipocrisia.Giuliano Ferrara

Gli italiani guadagnano netto, ma vivono lordo.Giuseppe Saragat

Non è vero che i politici italiani si vendono. Si affittano soltanto.Anonimo

Si ruba a ogni livello, nelle piccole come nelle grandissime aziende, ma non si dice «furto», si dice «affare».Giorgio Bocca

Tra il dire e il fare c’è di mezzo una busta da dare.Marcello Marchesi

ENNIO FLAIANO

Hanno detto di noi: ma i Beatles non erano materialisti? Balle. Io e John dicevamo sempre, mentre ci sedevamo a tavolino a comporre una nuova canzone: scriviamo i soldi per un’altra piscina, ok? Paul McCartney

Dovevo scegliere tra fare il pianista in un bordello o il politico. E a dir la verità, non c’è quasi differenza.Harry S. Truman

I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e clientele. Molti italiani si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato… Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi o sperano di riceverne, o sperano di non riceverne più.Enrico Berlinguer

La politica, nella comune accezione del termine, non è altro che corruzione.Platone

L’editoria è uno strano mestiere, in cui si usa lo spirito per fare i soldi e i soldi per fare lo spirito.
Gian Arturo Ferrari

PAUL MCCARTNEY

Solo il denaro trasforma le zucche in uomini e gli uomini in politici, i cavalli in senatori, i seguaci in galoppini, i poveri in ricchi e le prostitute in vergini.Francesco Merlo

Non comprare un voto in più di quelli che ti servono.John Fitzgerald Kennedy

Nessuno si ricorderebbe del Buon Samaritano se avesse avuto solo buone intenzioni. Aveva anche i soldi.Margaret Thatcher

La politica costa, qualcuno la deve finanziare. Poiché in una società capitalistica gli interessi non sono una cosa sporca.Piero Ostellino

Il tenore di vita è dato non tanto dall’essere ricchi madall’avere molti amici miliardari.Carlo Giovannelli

FRANCESCO MERLO

Ogni volta che da noi si scopre un mariuolo dicono che è un sistema di potere. Quando il mariuolo è il loro, è una pecora nera.Giuliano Amato

L’italiano ha fatto il servo per secoli, ha servito ogni genere di padroni. E cosa fanno i servi? Rubano e rubano da soli perché non si fi dano neppure di un altro servo come loro. Nel pedigree dell’italiano c’è questa caratteristica fondamentale: bisogna rubare al prossimo.Oliviero Toscani

Vi sono fi gure cui i militanti delegano l’onere di far funzionare la macchina del partito. Nessuno si chiede mai da dove provengano i soldi per fare tutte queste cose.Ottaviano Del Turco

CARLO GIOVANELLI

Una volta prendevi un politico e dopo un po’ te lo ritrovavi pregiudicato. Ora è il contrario: parti pregiudicato e poi diventi politico.Beppe Grillo

Il sonno della ragione produce ministri.Alberto Arbasino

A parte le guerre puniche, mi aveva attribuito praticamente tutto.Giulio Andreotti

Temo molto le società senza fini di lucro.Giulio Andreotti

Il rimborso spese è la formula inventata dalla democrazia italiana per passare uno stipendio a chi non ne avrebbe legalmente diritto.Mario Tedeschi

ALBERTO ARBASINO

Anche le tangenti nel loro piccolo s’incassano.Anonimo

Gli italiani corrono sempre in soccorso del vincitore.Ennio Flaiano

Sotto ogni italiano si nasconde un Cagliostro e un san Francesco.Leo Longanesi

Mafi a e camorra? Ci sono sempre state e sempre ci saranno. Dovremo convivere con questa realtà.Pietro Lunardi

Di principio sono contrario a una doppia morale: chi ha rubato ha rubato e basta. Poi, però, subentra il giudizio sulle persone.Massimo D’Alema

ETTORE BERNABEI

Oggi ho assunto cinque giornalisti: un democristiano, un socialista, un comunista e un repubblicano. Più uno bravo.Ettore Bernabei (ex presidente della Rai)

«Signor Andreotti, come fa ad avere la coscienza pulita?»«Non la uso mai.»Alfredo Chiappori

La solitudine è il campo di gioco di Satana.Vladimir Nabokov

Nella pratica del governare, rispetta le formalità, non preoccuparti dei principi morali.Mark Twain

Fonte:DAGOSPIA, 27 novembre 2012

PRONTO IL NUOVO PARTITO DI BERLUSCONI

Pubblicato il 25 novembre, 2012 in Politica | Nessun commento »

Silvio Berlusconi rilucida nome, slogan e spirito del ‘94. Non fa più mistero della volontà di tornare a impegnarsi in prima persona con una nuova discesa in campo.

E si prepara a celebrare il varo della sua nuova creatura politica con un annuncio che potrebbe scattare entro poche ore, tra domani e giovedì prossimo.

Il segnale che ormai il dado è tratto arriva a margine della sua visita a Milanello. Quando gli viene chiesto se sia sua intenzione riprendersi il centro della scena, Berlusconi replica: «Vediamo, ci sto pensando», alimentando l’attesa. Poi aggiunge: «Stiamo vedendo che la gente è delusa di questa politica e di questi partiti. Il Pdl ha subito una decadenza di immagine e di risultati anche per il semplice motivo che io non ci sono stato», argomenta. L’ex premier preferisce sorvolare sulla presa di posizione di Alfano anti-indagati. «Questa è una cosa che bisogna commentare con calma. Non è possibile farlo qua in piedi».

Piuttosto torna sulla genesi del suo passo indietro. Un gesto di buona volontà legato alle condizioni dettate da Pier Ferdinando Casini. «Il signor Casini aveva detto che se io non ci fossi stato lui sarebbe potuto tornare a far parte della coalizione dei moderati ma è mancato di parola. Mi sono tirato indietro una volta da segretario del Pdl, un’altra volta dal governo, un’altra volta addirittura da candidato premier. Il signor Casini non ha fatto una piega».
«E allora – continua – questa situazione la stiamo ripensando e vediamo se non è il caso – dato che credo di capire più di qualsiasi altro in Italia quello che si deve fare – di utilizzare la mia esperienza in maniera più concreta». Un’accusa che suscita la secca replica casiniana. «Berlusconi è confuso, saranno gli elettori a decidere se vorranno ancora un demiurgo del passato».
Il presidente del Pdl svela anche i lavori in corso con il Carroccio per la Lombardia. «Stiamo lavorando insieme perché vogliamo assolutamente continuare l’alleanza e stiamo esaminando possibilità che ci sono. Spero in una candidatura comune, magari con Maroni». A questo punto ci si chiede chi saranno coloro che seguiranno Berlusconi nel nuovo progetto e quali le new entries.

La nuova Forza Italia degli anni Duemila dovrebbe nascere con personalità legate al mondo dell’imprenditoria ma anche con i fedelissimi dell’ex premier. Una lista che secondo il sondaggio Euromedia in possesso di Berlusconi potrebbe raccogliere il 20% di consensi. Si discute di una possibile convention-congresso, forse di un solo giorno, in cui verrà nominata la persona che dovrà guidare la rivoluzione politica.
L’ex premier, peraltro, ieri si è intrattenuto al telefono con Alfano al quale ha esposto con fermezza le sue intenzioni invitandolo a seguirlo nel nuovo progetto e ribadendogli stima e affetto. Il segretario del Pdl ha tentato di promuovere una mediazione per evitare uno strappo traumatico. Una ricucitura last-minute che potrebbe far scattare un possibile stop alle primarie.
Ulteriore conferma che il motore è in fase di accensione arriva da un incontro casuale con Maurizio Zamparini. «Berlusconi mi ha detto: a 75 anni torno in politica e formo un partito nuovo», racconta il patron del Palermo calcio. «Era felice di annunciarlo, perché era felice di tornare a fare un partito nuovo». 25 novembre 2012

.…….Perchè no!? Al punto in cui si è ridotto il PDL nei pochi mesi nel corso dei quali Berluscono ha disertato las cena della politica, qualsiasi cosa è meglio del nulla in cui è precipitato il parftiuto che neppure 4 annio addietro aveva conquistato la vittoria elettorale che lo portò in Parlamento, insieme alla Lega,  con la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato. La assenza di Berlusconi è servita per mettere alla prova l’esercito di nullisti che si era impadronito del corpo del partito per trarne vantaggi e potere e l’esercito dei nullsit non ha deluso: valgono tanto poco quanto niente. Anche la barzelletta delle primarie sta lì a dimostrarlo e ancor più le velleità di taluni che anche di fronte alla eventualke ritorno sulla scena di Berlusconi si impennano nel voler fare comunque le primairei, che servirebberop solo a scimmiottae, male, la sinistra che almeno queste cose le sa fare pechè le costruisce con una machcina organizzativa che il PDL, e prima del PDL, il centro e il centro destra non hanno mai avuto. Comprendiamo però perchè si dolgono taluni (dalla Meloni  ad Aledanno), sanno che debboo dismettere talune cristallizzate posizioni di potere per ritornare a fare politica nella gente, cosa a cui s’erano disabituati  grazie al “faccio tutto io” di Berlusconi. Ciò ancor più se davvero Berlusconi ritorna in campo con una formazione nuova di zecca capace di tornare ad entusiasmare il popolo del centro destra lasciando fuori campo giocatori stanchi e depressi, privi di fede e di coraggio, scegliendo nuovi e più determinati rappresentanti degli elettori italiani che nel cetnrodestra si riconoscono nonostante tutto.   Se è così, ben tornato presidente. g.

BUON NATALE DA MONTI: TREDICESIME AZZERATE, PER TUTTI, MENO CHE PER LA CASTA

Pubblicato il 25 novembre, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »

Ultima rata Imu, mutui e bolli prosciugano il 90% della mensilità straordinaria. Consumi ridotti ai minimi

Roma Tredicesime all’osso, consumi in calo e risparmi che se ne vanno in tasse. Il secondo e ultimo Natale del governo tecnico non promette nulla di buono.

Non c’è uno dei classici indicatori pre festività che salvi queste ultime settimane dell’anno. La prima brutta notizia di ieri è un calcolo realizzato dall’Adusbef sulle tredicesime, che sono in calo ancora una volta.

Il monte delle gratifiche, stima l’associazione consumeristica, passa da 35 miliardi a 34,5. meno 1,4%. Il problema è che quello che resta dell’assegno di dicembre, difficilmente potrà essere utilizzato per i regali. Il 90,7% della tredicesima (31,3 miliardi) secondo l’associazione sarà mangiato da Imu, l’imposta introdotta dal governo di Mario Monti, dalle altre tasse, dai mutui e dai bolli. Sotto l’albero (o magari nel conto in banca, per chi aveva già messo in conto un Natale sobrio) resta un 9,3% della gratifica. «Perlomeno il governo eviti almeno l’Iva», ha commentato l’Adusbef. Richiesta impossibile da realizzare. La legge di stabilità ha salvato per il momento l’aliquota agevolata che resterà al 10%, ma quella ordinaria, che si applica alla maggioranza di beni e servizi, aumenterà al 22%. In ogni caso solo da luglio. Quindi, almeno da questo punto di vista, le feste sono salve.
Un problema di sostanza, ma anche psicologico. I consumatori sono pessimisti, ha certificato ieri Confcommercio. Quasi sette italiani su dieci, infatti, ritengono che il Natale 2012 risentirà fortemente della grave crisi economica in atto. E la quota di quelli che non faranno regali, quest’anno crescerà dall’11,8% del 2011 al 13,7%. Resta comunque elevata, spiegano i commercianti, la quota di italiani che farà regali: l’86,3%. «Sarà un Natale sobrio», ha commentato il presidente della confederazione, Carlo Sangalli dichiarandosi comunque fiducioso «nella resistenza delle famiglie italiane, che è certamente una grandissima risorsa».

Gli unici consumi che sembrano non risentire della crisi, e questa volta il dato è di Coldiretti, sono i prodotti alimentari nazionali. In alcuni settori, rilancia il Codacons, i cali degli acquisti natalizi raggiungeranno il 20 per cento. Per evitarlo, propone il presidente dell’associazione Carlo Rienzi, si potrebbe istituire il 14 dicembre un «black friday», cioè un giorno di super sconti, come nei paesi anglosassoni.
In realtà, servirebbe una svolta. L’agenda del prossimo esecutivo hanno provato a scriverla ieri a Milano i presidenti di Confindustria e di Confcommercio, accomunati anche dal forte richiamo alla stesura di una nuova legge elettorale. «Spero che il prossimo governo possa governare con una base parlamentare solida e senza i tanti vincoli che purtroppo quello in carica ha avuto», ha detto Giorgio Squinzi. Le priorità? «Eliminare l’abuso di diritto fiscale che rappresenta un cappio al collo per le imprese», ha precisato ricordando che tra le tasse più inique sicuramente c’è l’Irap che contribuisce «a far salire al 50% il carico fiscale che le imprese pagano in Italia».

Il problema, tuttavia, non risiede solo nella difficoltà di realizzare una vera semplificazione della macchina burocratica e un conseguente taglio dei costi della pubblica amministrazione, ma nell’ottenere – di pari passo – un’automatica diminuzione del carico fiscale. «Nella spending review – ricorda il numero uno di Viale dell’Astronomia – Monti ci aveva promesso che l’Iva non sarebbe stata toccata, dopo quattro ore si è rimangiato la parola».
Quella spada di Damocle (l’incremento di un altro punto dal 21 al 22% nel prossimo luglio, ndr) spaventa Sangalli. Occorre che il prossimo governo abbia «consapevolezza che i consumi valgono l’80% del Pil e perciò bisogna derubricare anche l’aumento dell’Iva, una doccia gelata sui consumi». Proprio nel momento in cui dovrebbe iniziare la ripresa. Il Giornale, 25 novembre 2012

IL DIRETTORE SALLUSTI AL PROCURATORE DI MILANO: CARO PROCURATORE MI MANDI IN GALERA

Pubblicato il 23 novembre, 2012 in Costume, Politica | Nessun commento »

Pubblichiamo la lettera-editoriale con cui oggi il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, si rivolge al Procuratore capo di Milano, invitandolo a”carcerarlo”. E’ un atto di profondo coraggio e di ammirevole determnazione, quale non siamo più abituatui a vederne in giro. Insomma, Sallusti si appresta ad andare in galera, dopo due mesi durante i quali il Senato, a maggioranza di centrodestra, non è riuscito a varare un provvedimento sensato di modifica di una legge fascista mantenuta in piedi nonostante  una settantina d’anni di declamata democrazia  e di sempre conclamata difesa della libertà di stampa. Con il carcere a Sallusti,  che ha solo due precedenti, come ricorda egli stesso, il carcere a Giovanni Guareschi che fu condannato per aver accusato di un reato infame l’allora presidente del consiglio De Gasperi, quello cioè di aver chiesto agli alleati di bombardare Roma – accusa che si rivelò falsa – per cui lo stesso Guareschi, dopo aver chiesto scusa a De Gasperi, andò volentuieri nel carcere di Parma per scontare la pena, e il carcere “graziato” da Ciampi a Lino Iannuzzi, si mette una pietra tombale sulla libertà di stampa, affondata sotto i colpi di una casta che pretende di essere immune dacritiche, quella dei giudici, e l’altra, la casta dei politici che pretendono di essere esenti dalle inchieste sulle loro malversazioni. Il caso di Sallusti, poi, si incrocia con il fatto che Sallusti è un giornalista di destra, un editorialista che a costo di provocare le vendette di cui egli stesso parla, ha difeso con coraggio, determinazione, talvolta al di là anche delle ragioni della politica, il centrodestra. Ora è proprio il centrodestra ad averlo abbandonato, ad aver rinunciato a varare almeno in Senato, dove ha ancora lamaggiranza, un provvedimento che riparasse alle dimenticanze di questi ultimi 70 anni per porre poi la Camera dei Deputati di fronte alle sue responsabilità, così come il ministro, il premier, il capo dello Stato. Su quest’ultimo che spande e sparge tante belle parole da “padre della patria” nonostantre le durissime parole che gli ha dedidcato Sallsauti, vogliamo ancora porre fiducia che tra stanotte e domanimattina riesca a comprendere che l’essere stato comunsita non lo esime,  oggi, dall’evitare che un uomo innocente vada in galera, graziandolo come fece Ciampi con Iannuzzi. Meno fiducia, anzi nessuna, poniamo nel partito politico per difendere il quale Sallusti oggi si ritrova a dover varcare tra poche ore le porte di una cella. Il PDL, impegnato a sopravvivere a se stesso, sul caso Sallusti misura la sua ragion d’essere. Se non è capace di difendere uno dei suoi migliori “propagandisti”, quale è sempre stato Sallusti,  come può pretendere di riconquistare la fiducia dei milioni di elettori che in questo ultimo anno, sopratutto, ha deluso e tradito? Abbia un soprassalto di dignità e mandi all’aria governo e sistema per restituire agli italiani di centrodestra la voglia di ritornare a combattere sotto le insegne della libertà. g.

Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti
LA LETTERA DI SALLUSTI AL PROCURATORE CAPO DI MLANO
A mezzanotte scade la sospensione dell’ordine di carcerazione emesso nei miei confronti dopo la condanna a dodici mesi per un reato di opinione commesso da altri ai tempi incui dirigevo Libero.

Inutile ricordare che la cosa ha soltanto due precedenti, Guareschi e Jannuzzi (evitò il carcere con la grazia) nella storia della Repubblica, inutile ricordare come a mio avviso la sentenza sia stata motivata con dei falsi, inutile sostenere, come è, che si tratta di una vendetta nei miei confronti e dell’area politico-culturale cui appartengo da parte di una magistratura ideologica che se la fa e se la mena (la querela è di un pm).

La politica ha avuto due mesi di tempo per rimediare a questa barbarie. Non lo ha fatto. Non pochi senatori si sono prima messi il passamontagna (voto segreto) come comuni rapinatori per confermare il carcere ai giornalisti, poi hanno versato lacrime di coccodrillo approvando un comma ad personam che salva i direttori (ma, paradosso, non me) e infine si sono arenati nelle sabbie mobili. Il nostro Senato l’unica cosa che ha provocato è uno sciopero dei giornali italiani, al quale noi non aderiamo come spiega oggi su questa pagina Vittorio Feltri. Non parliamo di Napolitano, capo della magistratura, che non ha proferito parola in tutti questi giorni dimostrando di essere quello che è, un rancoroso comunista che pensa così di prendersi una squallida rivincita sulla storia che lo ha visto sconfitto. Non sono da meno il premier Monti, campione di liberismo a parole, e la ministra Severino che evidentemente ha una coscienza che sta alla Giustizia come la mia al greco antico.

Dunque non c’è via d’uscita, devo andare in carcere, è questione di ore. L’ordine lo deve firmare la Procura di Milano, il cui capo è Bruti Liberati. Mi dicono, ho letto su alcuni giornali, che lui non è entusiasta di rimanere con il cerino in mano e fare eseguire una condanna scritta da altri e che sporcherebbe il suo prestigioso curriculum. Procuratore, almeno lei non mi deluda. Ha il dovere di applicare la legge, senza inventare per me scorciatoie o privilegi non richiesti, tipo ulteriori dilazioni, arresti domiciliari diretti o cose del genere.

Glielo dico, glielo chiedo, perché lei non ha il diritto di infliggermi ulteriori pene rispetto a quella erogata. Che sia prolungare l’attesa (a questo punto lei si macchierebbe oltre che di omissione di atti d’ufficio anche del reato di tortura) o che si tratti di farmi entrare in una casta alla quale non voglio appartenere. Non si inventi balle o scuse. Nelle carceri italiane solo quest’anno sono entrate 6.095 persone con condanne simili alla mia (pena definitiva inferiore ai due anni) e altre diciassettemila potrebbero uscire per fine pena anticipata (residuo inferiore ai due anni). Io non ho alcun diritto di passare davanti a tutti questi disgraziati, neppure all’ultimo marocchino, solo perché dirigo un giornale. Non ci provi, procuratore, perché l’unico patrimonio che abbiamo noi giornalisti sono credibilità e coerenza. Se proprio c’è un problema di sovraffollamento faccia così: scarceri o mandi ai domiciliari un avente diritto con più anzianità di me e così si libera la branda.

Io e gli italiani, signor procuratore, ci aspettiamo che lei faccia fino in fondo il suo lavoro senza guardare in faccia nessuno e si prenda le responsabilità che le competono come io mi sono prese le mie. Se poi, per caso, si dovesse vergognare, sono affari suoi, non miei. Non mi rovini più di quanto abbiano già fatto suoi indegni colleghi. Mi creda, non me lo merito.  Alessandro Sallusti.



TUTTI IN FILA ALLA CORTE DI MONTI NELL’ILLUSIONE CHE SIA IL NUOVO RE SOLE

Pubblicato il 22 novembre, 2012 in Politica | Nessun commento »

Sembra di essere tornati a qualche secolo fa, a cavallo tra il Seicento e il Settecento. In tanti si precipitano alla corte del Re Sole (Monti), vogliono – come accadde proprio con Luigi XIV – che diventi il “sovrano” più longevo della storia europea perché lui «ha governato solo nell’interesse del nostro Paese». Lo tirano per la giacca, si sentono illuminati (e protetti) da lui, dicono di amare il nuovo Le Roi Soleil, uomo della provvidenza. Perché Monti, al pari di Luigi XIV, si occuperebbe di economia e della finanza dello Stato meglio di chiunque altro, le sue relazioni diplomatiche toccano nazioni lontane proprio come le relazioni del suo “predecessore”, la nostra cultura e la credibilità italiana sono di nuovo rinate (dicono) come rinacquero allora la cultura e la credibilità in salsa francese. Secondo i seguaci – vecchi e nuovi – del tecnopremier, questo quadro corrisponde perfettamente alla realtà dei fatti. Bontà loro. Sta di fatto che il confronto politico sembra ruotare solo attorno al dilemma “to be or not to be”, Monti si candida o non si candida, sfogliamo la margherita. I supporter centristi lo chiamano, se scende in campo va bene, se resta dietro le quinte va bene lo stesso, tanto loro faranno comunque campagna elettorale sul suo nome. Bersani dà l’aut aut: «Se Monti vuole dare una grossa mano per il futuro è meglio se non si mette nella mischia». Lo scontro continua ed è stucchevole. Ma è solo un piccola parte della millesima puntata di una telenovela che sembra non finire mai. Eppure in democrazia chiunque può scegliere di candidarsi o meno, di fare politica o fare sport. L’elettorato poi giudica. Ma qui si tratta del nuovo Re Sole. Ed è tutto un altro discorso. Il Secolo d’Italia, 22 novembre 2012

Eh, già. Tutti alla corte del nuovo Re Sole nella speranza di potersi riscaldare. Casini, Fini, Rutelli, e poi Montezemolo con il ministro Riccardi, e poi i tanti “senza voti” dei partiti che timorosi di perdere il loro posticino in Parlamento si affrettano a cambaire casacca e a montae sulla groppa del nuovo   cavallo bianco per tentare la fortuna e la riconferma. Ma, come al solito, ci sono tanti che fanno i conti senza l’oste, dove l’oste non è Monti che si infarina nella improvvisa “centralità” che solo un anno addietro si saebbe sognato di raggiungere, l’oste, invece, è il popolo italiano che, come spesso, talvolta a sproposito sostiene il direttore de Il Tempo, Sechi, nei omenti peggiori sa trovare la forza di rialzarsi. Eè retorica questa, ma abbiamo fede che così possa essere e che avendo toccato il fondo, dacvvero ci si possa rialzare e cacciare i nuovi mercanti dal tempio. E i peggiori mercanti sono quelli che pur  di salvare se stessi, sono pronti ad innalzare litanie agli affossatori della democrazia, Monti e il suo mentore Napolitano. g.

LA CUCCAGNA E L’INFERNO DELLE TASSE

Pubblicato il 22 novembre, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »

Mentre i partiti continuano a disertare i problemi reali giocando sopra e sotto i banchi parlamentari per ritagliarsi regole elettorali ad uso e consumo della loro magra sopravvivenza, ma facendo credere di farlo in nome della «governabilità», i contribuenti pagano in questi giorni i loro cosiddetti anticipi d’imposta. E passano allo Stato, più o meno, fra Irpef e seconda rata dell’Imu-ex Ici, la tredicesima che debbono ancora riscuotere. Di cui una volta riuscivano a salvare qualcosa destinandola alle spese straordinarie della famiglia, compresi – per chi se li poteva permettere – gli acquisti per le feste di fine anno. Quelle alle quali si stanno preparando, poveretti, i commercianti con gli addobbi natalizi, se sono riusciti a tenere ancora aperti i loro negozi, sperando di attirare la clientela. Il Fisco tuttavia ci assicura, dati alla mano, per quanto risalenti agli anni scorsi, prima dei salassi imposti dalla crisi economica e finanziaria in corso, che più di quattro milioni di contribuenti, pari ad oltre il 20% del totale, effettuano spese «non coerenti» con i redditi che dichiarano, molte volte persino vicini allo zero. E si prepara con il redditometro a fare le pulci ai furbi e a intensificare la caccia agli evasori. Speriamo naturalmente che lo faccia nella direzione giusta, senza scambiare per furbo chi non lo è, e continuare a lasciarsi scappare gli evasori. Quelli veri. Che sono tanti e continueranno ad esserlo, allegri e sfrontati tra di noi, che paghiamo le tasse e simili, al posto loro. Da questa storia, diciamo pure da questa cuccagna per chi non paga, o da questo inferno per chi paga tutto e di più, non importa se per onestà convinta, e naturalmente lodevole, o per l’impossibilità materiale di evadere, percependo solo redditi più o meno fissi con trattenute alla fonte, si potrà uscire davvero solo in un modo. Dando ai contribuenti la convenienza di stanare loro direttamente gli evasori con la deducibilità di tutte le spese documentate. Un metodo che i nostri partiti e governi, tutti, politici e tecnici, si ostinano invece a scartare, o addirittura a contrastare, come ha dimostrato la sconcertante stretta alle deduzioni nella legge ex finanziaria, oggi di «stabilità», in votazioni di fiducia alla Camera. Francesco Damato, Il Tempo, 22 novembre 2012

……………….Abbiamo sentito ieri sera nella gtrasmisisone di VESPA le rassicurazioni del capo dell’Agenzia per le Engrate, Befer (assomiglia tanto, purtroppo, a Himmler, il capo delle SS hitleriane che varrebbe la pena camiasse aspetto…) sujl nuovo “redditest” che entrerà in funzione a gennaio. Assicura Befera che il fisco non vuole essere persecutorio, che gli scostamenti tra reddito ed uscite sino al 20% sono fisiologiche, etc, etc, ma chi si fida? Specie se il fisco e per esso il govenro si rifiuta di fare ciò che il buion senso (e l’America) dovrebbero consigliare di fare: indurre i contribuenti ad essere i primi agenti del fisco attrraverso la deduzione dalle tasse di tutte le spese, magari in pecentuali defferenziate, sicche da trovare ragioni per pretendere che nessuno pagvhi o ricevi in nero. Ma clome rleva Damato chissà perchè qauersta norma di buon senso non trova spazio nella legislazione italiana al posto di tante parolone contro l’evasione che ammonta a 120 miliardi di euro. Chissà perchè!??g.

IL REGALO DI MONTI ( E DEI PARTITI) AGLI ITALIANI: IN UN ANNO 35 MILIARDI DI TASSE IN PIU’

Pubblicato il 21 novembre, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »

Per Confesercenti, quest’anno ogni famiglia pagherà 1450 euro in più rispetto all’anno scorso. Italia fanalino di coda in Ue anche per le tasse sulle imprese: sono il 68,3% dei profitti

Nel 2012 pagheremo 35 miliardi in più rispetto all’anno scorso. Su ogni famiglia peseranno quindi 1450 euro a famiglia in più per effetto delle tre manovre approvate nell’ultimo anno e la pressione fiscale toccherà il 44,7% del pil (2,2 punti rispetto al 2011).

Secondo Confesercenti, l’Italia è al terzo posto tra i 27 paesi Ue per la pressione fiscale. Tasse più alte ci sono solo in Danimarca e Svezia. Rispetto alla media europea sono 5 punti in più: in pratica 10 euro al giorno per famiglia in più rispetto ai nostri vicini di casa.

E peggio andrà nel 2013, quando la pressione fiscale raggiungerà il 45,3% del Pil: 9 miliardi in più rispetto al 2012 (44 miliardi in più dell’anno scorso). E cioè altri 380 euro per famiglia. A pesare sono soprattutto le imposte locali: fra il 2000 e il 2011 il prelievo di regioni, province e comuni è aumentato del 41% rispetto al 34% a quelle dello Stato. La possibilità di aumentare le aliquote per gli enti locali fa pensare che nei prossimi anni questo divario aumenti.

Pmi e lavoratori dipendenti, tra l’altro, scontano Irap, Irpef e addizionali locali: per loro l’aumento sarà di 1,5 punti quest’anno e, progressivamente, di 2,5 punti fino al 2018.  L’aumento dell’Iva, poi, farà cadere consumi e fatturato. Senza contare che molte aziende preferiscono non modificare i prezzi per non disincentivare ulteriormente gli acquisti.

Alle imposte, inoltre, vanno aggiunti i costi per burocrazia e contabilità. Specie per le piccole e medie imprese che spendono ogni anno 26 miliardi di euro. L’Italia, del resto, è il fanalino di coda in Europa per carico fiscale sulle aziende. A dirlo stavolta è la Banca Mondiale, secondo cui la pressione fiscale è del 68,3% dei profitti, rispetto a una media europea del 42,6% e mondiale del 44,7%. A livello mondiale non va meglio: l’Italia è al 131esimo posto su 185 Paesi interessati dall’indagine. Il Giornale, 21 novembre 2012

.…..Eppure Monti si vanta di essere ben visto dagli italiani. Non sa quanto…lo prenderebbero volentieri a calci in quel posto dove non batte mai il sole.

ITALIANI, POPOLO DI EUROSCETTICI

Pubblicato il 21 novembre, 2012 in Costume, Politica | Nessun commento »

Il 59% ha poca o pochissima fiducia nell’Unione Europea. Dal 2010 è scesa di 17 punti percentuali. Negli ultimi 7 anni dal 64 al 38%. I più severi gli elettori del Pdl e del M5S

Non sarà un divorzio conclamato e insanabile ma certo assomiglia molto a una separazione. C’era una volta un popolo di europeisti convinti, una nazione di innamorati della bandiera con le dodici stelle dorate in campo blu, pronta a commuoversi all’ascolto dell’Inno alla Gioia e dell’ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven.

Un sentimento guidato dall’incoscienza, legato forse non tanto a saldi principi ideali e culturali ma probabilmente alla speranza che le istituzioni comunitarie sapessero fare meglio dei nostri governi e l’euro si rivelasse un salvagente per l’economia.

Oggi quel quadro si è ribaltato e il credito offerto dagli italiani verso le istituzioni comunitarie si è ristretto quanto quello messo a disposizione dalle banche alle nostre imprese. I numeri sono eloquenti. Il 59% degli italiani ha poca o pochissima fiducia nell’Unione Europea. Dal 2010 la fiducia nell’Ue è scesa di ben 17 punti percentuali. Negli ultimi 7 anni, addirittura, è scesa dal 64 al 38%: in pratica un dimezzamento. E’ questo il verdetto emesso dall’indagine Ispo, «Italia e Ue, un rapporto che cambia» presentato oggi presso la rappresentanza italiana della Commissione europea dal professor Renato Mannheimer, presidente dell’istituo, dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani e da Lucio Battistotti, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

Il rapporto scandagli anche gli umori diffusi nei partiti politici. E rivela anche che la massima sfiducia verso Bruxelles alberga tra gli elettori del Pdl e del M5S. I più euroentusiasti sono, invece, nell’ordine i sostenitori dell’Udc, di Sel, dell’Idv e del Pd. Interessante anche la classifica della fiducia degli italiani verso le istituzioni. Al primo posto, nonostante le recenti campagne di stampa negative, resistono saldamente polizia e carabinieri. Al secondo posto si attesta il presidente della Repubblica. Al terzo posto la Chiesa. Queste sono le uniche istituzioni che raccolgono consensi superiori al 50%. A seguire: la magistratura; l’Unione Europea; i sindacati; il governo e il parlamento, uniti nella sfiducia. Ultimi e staccati i partiti politici.

La mappatura della fiducia degli italiani nei confronti dell’Unione Europea è ai livelli più alti nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni, tra i cittadini del Nord-Ovest, tra chi ha un titolo di studio elevato e tra gli impiegati e gli insegnanti. Molto bassa, invece, nella fascia di età sopra i 55 anni, nel Sud e nelle isole e tra i pensionati. Per quanto riguarda il sentimento di appartenenza, quattro italiani su dice dichiarano di sentirsi molto cittadini europei. Una quota inferiore a quella del senso di appartenenza verso l’Italia (5,6 su dieci) e verso le istituzioni locali (Comune, Provincia, regione). Nell’immaginario diffuso, gli italiani associano l’Unione Europea da un lato all’euro, e dall’altro alla possibilità di spostarsi liberamente per lavoro, studio e svago. Ma tra le risposte c’è anche chi lega l’idea europea alla democrazia e alla possibilità di avere un ruolo più importante nel mondo. Dall’Ue gli italiani si aspettano soprattutto interventi riguardanti l’occupazione e la protezione economica. Infine sei cittadini su dieci ritengono che l’euro abbia portato più svantaggi che vantaggi ma non vorrebbero comunque tornare indietro perché temono un disastro per la nostra economia. Gli italiani, insomma, da popolo di euroentusiasti si sono trasformati in un popolo di europrigionieri. Il Giornale, 21 novembre 2012

…………………..Così accade per i grandi amori seguiti da grandi delusioni. Si finisce con odiarli tanto quanto li si ha amati.g

COME SI FA A VIVERE CON QUESTE PENSIONI?

Pubblicato il 20 novembre, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »

Inps, più della metà dei pensionati prende sotto i mille euro

Secondo il bilancio sociale Inps, sono 7,2 milioni le persone che prendono sotto i mille euro. Il 17% dei pensionati può contare su un reddito sotto i 500 euro

Oltre metà dei pensionati ha una pensione sotto i 1000 euro al mese. Il dato emerge dal bilancio sociale Inps e riguarda 7,2 milioni di persone.

Il 17% dei pensionati può contare su un reddito sotto 500 euro, il 35% tra 500 e 1000 euro. Il 24% ha assegni tra 1000 e 1500 euro, il 2,9% oltre i 3000. Le pensioni sotto 1000 euro sono il 77%.

Nel 2011 la spesa per le pensioni (inclusi gli assegni di accompagnamento per gli invalidi civili) è ammontata a 194,4 miliardi, in aumento dell’1,7% rispetto al 2010. La spesa previdenziale è aumentata del 2,5% a 169,8 miliardi mentre per le sole pensioni di vecchiaia e anzianità la spasa è stata pari a 131,543 miliardi (+3,6%).

Se invece del reddito complessivo si guarda alla singola pensione  l’importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro).

“In totale quasi 4 milioni di lavoratori hanno percepito un ammortizzatore nel 2011″, segnala l’Inps spiegando che “se la cassa integrazione ha coinvolto in tutto più di 1,4 milioni di lavoratori, la mobilità ne ha interessati oltre 236mila, la disoccupazione nel suo complesso (agricola, non agricola e a requisiti ridotti) più di 2 milioni”.

“Se si tiene conto che i lavoratori dipendenti iscritti all’Inps nel 2011 sono stati quasi 13 milioni «ne deriva – si legge nel bilancio – che quasi un terzo dei lavoratori sono stati interessati nello stesso anno da qualche forma di ammortizzatore sociale”.

Infine, per quanto riguarda il lavoro in nero, nel 2011 l’inps ha condotto 73.722 ispezioni che hanno permesso di individuare 45.036 lavoratori completamente in nero e di accertare più di 981 milioni di euro di omissioni contributive e sanzioni.  Il Giornale, 20 novembre 2012

…………….Ce lo dica Monti come si fa a vivere con pensioni di questo importo. Invece di concionare un giorno si e l’altro pure sul come è bello, bravo, intelligente, il suo governo, ci spieghi come fanno a vivere i pensionati sui quali pesano le tasse indirette come su tutti gli altri, specie i rincari annunciati delle tariffe elettriche e del gas, proprio mentre arriva il generale inverno che se sconfisse Napoleone con i pensionati può far di peggio sui pensionati per i quali l’inverno è il nemico peggiore e dai cui rigori ci si difende cioprendosi e riscaldandosi. Ma colme fanno a coprirsi e a riscaldarsi i pensionati co n le pensioni al minmo con cui devono far fronte alle esigenze mininme gioornaliere e a pagare le tasse ad uno Stato sempre più esoso che non ci pensa minimamente a ridurre le spese  ad incominciare da queklle della politica che, noniostante le chiacchiere da cxrtile del premier Monti, sono rimaste oggi quelle che rano un anno fa.  Intanto si avvicina a grandi passi l’election day: i partiti che aspirano ad ottenre il voto degli italiani oper governarli devono dimostrare con i fatti che la vollontà di cambiare non è semplice  enuciazione ma reale obiettivo di governo. Dati i precedenti è difficile che riescano ad essere credibili, ma che almeno ci provino. g