Archivi per marzo, 2010

AL VOTO PER RESTITUIRE DIGNITA’ ALLA PUGLIA

Pubblicato il 27 marzo, 2010 in Il territorio, Politica | No Comments »

Domenica e lunedì i pugliesi, come gli elettori di altre dodici regioni italiane, sono chiamati alle urne per eleggere i nuovi governatori e i nuovi consiglieri regionali. E’ un voto importante perchè si situa quasi a metà dell’attuale legislatura della Repubblica eletta ad aprile del 2008 e  che vede il centrodestra al timone del Paese. Le prossime elezioni generali si svolgeranno infatti ad aprile del 2010 e sino ad allora gli italiani non avranno più altre occasioni per esprimersi e far conoscere le loro volontà. . E’ quindi importante il voto di domenica ed ha un valore che prescinde e va al di là del mero aspetto amministrativo per assurgere a voto “politico“, anzi a un vero e proprio “referendum” sul governo in carica e sul presidente del Consiglio  Silvio Berlusconi. Intendiamoci, e il premier lo ha detto con forza, il governo non cadrà ove dovesse verificarsi una sconfitta del centrodestra ma non v’è dubbio che il risultato elettorale determinerà scelte e indirizzi del governo e della maggioranza. E’ importante allora andare a votare. Questo deve essere il primo impegno degli elettori di centrodestra: sottrarsi alla tentazione di considerare il voto di domenica un voto solo amministrativo e quindi, come spesso accade,  astenersi dal voto, perchè comunque non sono in gioco il governo, gli indirizzi liberali e liberistici in economia e più in generale  dello Stato. Invece è proprio per garantire e supportare questi indirizzi  che occorre andare a votare, per confermare e rafforzare il consenso al governo e al premier Berlusconi, perchè, lo ribadiamo, il voto di domenica è innanzitutto un voto politico,  poi è anche un voto amministrativo e sotto questo aspetto è necessario che il voto sia dato utilmente, specie in Puglia. Qui   la partita che si gioca è fra la continuità del governo del funambolesco presidente uscente, Vendola, governo delle chiacchiere e delle parole, delle tasse e degli scandali nella sanità, dello spreco delle risorse e delle liste di attesa nella sanità, dei fondi non spesi per lo sviluppo delle imprese, del turismo, dell’agricoltura, a favore della occupazine giovanile,  e un nuovo governo, presieduto dal candidato del centrodestra, Rocco Palese, uomo di grande valore e capacità, esperto e saggio amministratore, capace di far ripartire la Puglia, anche con l’aiuto del suo vice designato, il presidente di Confindustria Puglia, ing. De Bartolomeo, uomo dell’impresa e della concretezza. Il voto degli elettori del centro destra deve essere dato convintamente al candidato Rocco Palese, evitando di disperdere il voto a favore della candidata ex aennina Poli Bortone la cui candidatura è un atto di ripicca che ha come solo obiettivo quello di far perere il centrodestra, reo di non averla candidata alla presidenza della Puglia. Votando per la Poli Bortone si esprime un voto inutile per la Puglia perchè è un voto utile alla riconferma di Vendola che sarebbe una sconfitta per le speranze di rinascita della economia pugliese.E’ un fatto che votando la Poli Bortone e la stessa UDC,  che in Puglia ha rifiutato l’accordo con il centrodestra con cui ha governato nel passato e governa in molte realtà amministrative, in realtà si sottrae voti a Palese e si favorisce Vendola. E’ questo che vogliono Poli Bortone e Casini? Tocca agli elettori di centro destra, compresi gli elettori di Casini, sconfiggere questo disegno squallido e dare convintamente voti e consensi a Palese, favorendo così , questa si utile, la omogeneizzazione del governo regionale al governo centrale da cui non possono che derivare vantaggi per la comunità pugliese. E’ questo l’appello che rivolgiamo agli elettori di centrodestra, ai quali poi affidiamo un ulteriore riflessione. A sostenere Palese ci sono sei liste perchè la disciplina elettorale regionale è diversa da quella sperimentata con la legge elettorale nazionale che ha favorito, felicemente, un  bipartitismo quasi perfetto con conseguente maggior efficacia del lavoro delle Camere e dello stesso governo. In attesa che il legislatore intervenga per eliminare le tante disparità elettorali esistenti nel nostro Paese nei diversi livelli istituzionali, ci pensino gli elettori, così come è avvenuto per il Parlamento, a realizzare con il proprio voto un  altrettanto utile bipartitismo a livello regionale, che oltretutto  significa anche grande risparmio di risorse e di poltrone.  Gli elettori di centro destra sappiano concentrare i loro voti sulla lista del PDL che ha al suo interno candidati rappresentativi delle realtà politiche, sociali, economiche, civili della provincia, evitando di disperdere voti, contribuendo a rafofrzare il bipolarismo italiano.  Dal vostro voto, cari elettori di centrodestra, dipende il futuro della Puglia e del Paese.  Usatelo bene!

BERLUSCONI A BARI PER SOSTENERE ROCCO PALESE

Pubblicato il 24 marzo, 2010 in Il territorio, Politica | No Comments »

Questa  sera il premier Silvio Berlusconi era a Bari per sostenere il candidato presidente alla Regione Puglia Rocco PALESE. Circa diecimila persone hanno affollato lo spazio 18 della Fiera del Levante dove si è svolta la manifestazione che ha avuto inizio, come da programma,  alle 18 in punto con il presidente Berlusconi che si è presentato da solo sul palco, sul quale subito dopo è salito Palese per il quale il premier ha avuto parole di grande elogio e di grande amicizia,  come pure  per il ministro Fitto che Berlusconi ha affettuosamente definito  “mio nipotino”. Discorso quello del premier come sempre spumeggiante e ricco di battute, ma anche di suggestive sottolineature sul suo  “governo del fare” rispetto al “governo del dire” della sinistra. Particolarmente caustico Berlusconi è stato nei confronti di Vendola al quale ha contestato la incapacità a usare i soldi ricevuti per lo sviluppo della Puglia, rimarcando che al suo posto Palese, uomo abituato alla concretezza dei conti, li avrebbe spesi e sopratutto li avrebbe spesi bene. Di qui è stato facile per Berlusconi sottolineare l’importanza di governi omogenei tra Regione e Stato per raggiungere obiettivi più importanti e utili per le comunità amministrate. La manifestazione è poi proseguita con l’intervento appassionato di Rocco Palese e si è conclusa con un ultimo appello di Berlusoconi che era attorniato oltre che da Palese, dal ministro Fitto e dal vicepresidente designato ing. De Bartolomeo. Molti giovani e tra questi tanti di Toritto che facevano parte della foltissima delegazione di militanti del PDL di Toritto presenti alla manifestazione.

IL VOTO, TRA LANZICHENECCHI E RUFFIANI

Pubblicato il 22 marzo, 2010 in Il territorio | No Comments »

Il voto regionale ormai prossimo ha scatenato, come era facile prevedere, un’orda di lanzichenecchi e ruffiani che si aggirano famelici non intorno ai partiti, che sanno tenerli abbastanza lontani,  ma intorno ai singoli candidati. A destra e  a sinistra, e al  centro. Il “ritorno” delle preferenze è la causa prima, ma non unica,  di tutto ciò. Non ci piace criminalizzare la preferenza quale metodo democratico di scelta del candidato da suffragare da parte degli elettori, nè siamo entusiasti del sistema delle liste bloccate in vigore per il Parlamento nazionale….ma…ma non v’è dubbio che lo spettacolo che si sta offrendo in questi giorni agli occhi della gente finisce col far ritenere che quello delle preferenze non è un metodo che garantisce la elezione dei migliori e, sopratutto, consente, ancor più che nel passato,  a tanti squallidi personaggi di retrovia di trasformarsi in altrettanti caporali che a differenza di quelli che procacciavano braccianti, procacciano voti, o sperano di farlo, ergendosi a proprietari di mazzette di voti che tentano di  “vendere” ai candidati.  Intendiamoci. Gli elettori non sono più quelli di una volta, non hanno l’anello al naso, sanno scegliere per proprio conto e, per di più, si sono fatti furbi. Abbastanza da non farsi infinocchiare, anzi,  abbastanza da infinocchiare  essi questi ruffiani del voto, facendo loro credere di volerli assecondare ma capaci  nella cabina elettorale di fare di testa propria. Ma allora, si dirà, perchè scandalizzarsi? Magnaccia e imbroglioni ce ne sono sempre stati. E’ vero, ma il fenomeno non può passare sotto silenzio. Anche perchè  non aiuta la politica intesa come servizio e passione. Perchè la si sottomette a riti e sistemi che si sperava  fossero stati superati  e resi del tutto desueti con l’avvento del bipolarismo. Invece lo spettacolo che è sotto i nostri occhi e sotto gli occhi di tutti è inverecondo. Ce n’è per tutti i gusti e di tutti i generi. Dai trasformisti ai postulanti  per sè e i propri cari. Come quei due, padre e figlio,  che dieci mesi fa vagavano con le loro faccie ingrugnite  per tutti i partiti alla ricerca di una candidatura che mettesse  il figlio, militare di mestiere,  sotto il manto protettore di una carica elettiva si da impedirne la probabile partenza per un teatro di guerra (e poco importa che l’evitato pericolo per sè  significasse pericolo per qualche altro inconsapevole figlio di mamma: si sa, il motto di questi sciacalli è “mors tua, vita mea”).  Dieci  mesi dopo li si vede nuovamente aggirarsi come iene, a cui anche fisicamente assomigliano,  in cerca di preferenze  da convogliare  a favore di  un  candidato a cui  avranno chiesto  di sottrarre il figlio al dovere per cui è anche  lautamente pagato. Chissà, c’è da sperare e auspicare che   il candidato in questione,  come gli elettori che pasteggiano a spese di un candidato e poi votano per quello del loro cuore, si prenda i voti, pochi!,  e poi lo faccia partire difilato verso i luoghi del dovere.

IERI, A ROMA, LA BANDIERA DELLA LIBERTA’!

Pubblicato il 21 marzo, 2010 in Politica | No Comments »


Eccola la grande, immensa bandiera tricolore, lunga 500 metri, larga otto, che ieri a Roma,  apriva il lungo, interminabile corteo che  dal Circo Massimo si è snodato sino all’immensa Piazza di San Giovanni in Laterano dove si è unito all’altro che proveniva da Largo dei Colli Albani. Migliaia e migliaia di bandiere tricolori sventolavano alla leggera brezza del primo pomeriggio di un sabato  vigila di primavera che sebbene senza sole  non ha disturbato le centinaia di migliaia di italiani che lì si sono dati appuntamento raccogliendo l’invito del premier Berlusconi e di tutto il PDL. E’ stato uno spettacolo ad un tempo “colorato” ed emozionante. Decine di migliaia di giovani, donne e uomini, che cantavano Fratelli d’Italia con la mano destra stretta sul cuore come mai più da anni avevamo visto; uomini e donne di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, provenienti da ogni parte d’Italia, che si stringevvano tra loro, come se si conoscessero da sempre , semplici militanti del PDL e uomini di governo, dirigenti di partito, rappresentanti delle Istituzioni, tutti stretti gli uni agli altri, fortemente partecipi di un grande evento “nazionale”. Lo confessiamo, ci siamo emozionati, mentre guardavamo le bandiere, le nostre bandiere che  garrivano al vento, mentre nei volti dei tanti giovani  che sventolovano il tricolore ci sembrava di vedere il nostro,  restituito d’incanto ad almeno quattro decenni indietro, alla nostra prima gioventù, alla nostra “prima volta”, proprio lì,  a Roma.  E siamo stati felici. Felici che la nostra scelta di una vita non sia stata sbagliata, felici di essere rimasti fedeli a quella scelta per tutta la vita,  felici di vedere rivivere negli altri, nelle migliaia, migliaia, migliaia, migliaia di giovani, il nostro entusiamo di un tempo, la passione  che ci ha divorato per tutta la nostra esistenza, consapevoli che il nostro posto di combattimento non resterà sguarnito e che tanti altri hanno già innalzato il testimone dell’amore per la nostra Italia. Basta questo a renderci grati  per sempre a Silvio Berlusconi che ha risvegliato in milioni di italiani  i  “nostri” Valori. Che sono eterni. g.

TORITTO: AMMINISTRATORI E DEGRADO

Pubblicato il 19 marzo, 2010 in Il territorio | No Comments »

Da più di due mesi la cassetta della posta che si vede in questa foto, una delle tre collocate in paese per imbucarvi la corrispondenza dei torittesi, è abbandonata sotto la plancia della pubblicità che nella foto si intravede. A sinistra della foto sono individuabili  i due paletti di ferro su cui la cassetta per una trentina d’anni è rimasta collocata, prima che  i sostegni cedessero e la cassetta cadesse a terra, provocando pericoli e sporcizia, che ben si vede nella foto.  Come abbiamo detto, la cassetta  è nello stato che appare nella foto  da circa due mesi, al centro del paese. In questi due mesi nessuno a quanto pare  che si sia preoccupato di rimuoverne la carcassa  e/o di sostituirla con una nuova. Nè gli addetti al ritiro della corrispondenza i quali di certo hanno constato il “luttuoso” evento che ha colpito la cassetta della posta da cui prelevavano (ma la prelevavano!?!) la corrispondenza; nè i responsabili dell’Ufficio Postale di Toritto che, a loro volta, almeno per ragioni d’ufficio,  sono a conoscenza del fatto; nè gli addetti al controllo del territorio, cioè i vigili urbani di Toritto, per i quali individuare, segnalare, rimuovere, le carcasse di qualsiasi genere rientra  tra le incombenze  quotidiane;   infine,  nessuno, proprio nessuno,  degli amministratori comunali alcuni dei quali,  spesso, dissertano di ambiente e di decoro urbano, insieme al sindaco che in materia si dice unto dal Signore. Peccato che, alla prova dei fatti, essi non siano capaci neppure di far rimuovere una carcassa di ferro che fa affondare il paese  nel più avvilente degrado.

ARRESTATO FRISULLO. E’ UN REGALO A VENDOLA?

Pubblicato il 18 marzo, 2010 in Il territorio | No Comments »

La domanda non è peregrina. Frisulo è l’ex vicepresidente in quota PD   ( e D’Alema) della Giunta Vendola,  coinvolto alcuni mesi addietro in presunte storie di malaffare sanitario  che investirono la Giunta  del presidente Vendola  il quale l’azzerò, mandando a casa, tra gli altri, proprio Frisullo. Lo scandalo coinvolgeva il rampante e spregiudicato imprenditore di protesi sanitarie Tarantini, posto agli arresti  domiciliari, come la direttora dell’ASL di Bari Lea Cosentino che vi è rimasta  da gennaio a tutt’oggi,  mentre proprio in questi giorni il Tribunale del Riesame ha dichiarato sussistere i gravi indizi di colpevolezza  che avevano indotto la Procura di Bari a chiederne la custodia cautelare in carcere.  Stamattina, poi, è dilagata, come una bomba,  la notizia  dell’arresto di Frisullo a Lecce,  per un filone dell’indagine che coinvolge la ASL leccese.  E’ accusato di associazione a delinquere, di corruzione e turbativa d’asta. Accuse gravi e terribili, evidentemente  supportate da consistenti atti probatori in possesso della Procura leccese. Pure…pure la domanda nel titolo non è peregrina. Perchè arrestare Frisullo a dieci giorni dalle elezioni? Perchè arrestarlo a distanza di mesi dalla sua uscita di scena dai luoghi del potere, da dove avrebbe potuto o reiterare il reato o inquinare le prove? E’ noto che gli arresti, specie quelli in carcere, sono disposti quando concorrono tutti e tre questi elementi: il richio di reiterazione del reato, il rischio di inquinamento delle prove, la possibilità di fuga. E’ evidente che allo stato, a noi sembra, ripetiamo,  sembra!, che non sussista alcuno di questi tre elementi perchè Frisullo non è scappato in questi mesi ( e dove   potrebbe andare?), nè, lo ripetiamo, può sia reiterare il reato, sia inquinare le prove, ultima cirocostanza questa che nei mesi che sono trascorsi dall’apertura dell’inchiesta e dal defenestramento dal potere, Frisullo avrebbe potuto tranquillamente realizzare. Allora perchè arrestarlo? A primo acchito,  con la campagna elettorale ormai giunta alle battute finali e sempre più infuocate, sembrerebbe un regalo al centrodestra che potrebbe dire: avete visto? avevamo ragione noi!. Troppo semplicistico e troppo bello per il centro destra a cui, notoriamente, le Procure  in genere, sono restie a fare regali.  Invece potrebbe alla fine risultare, senza volerlo, per carità, un regalo a Vendola che smarcatosi, almeno sinora, dagli effetti devastanti degli scandali che hanno investito la sanità pugliese  e gli uomini che attorniavano Vendola,  questi potrebbe salire in cattedra per dire che egli, immacolato come il Bambin Gesù, s’era liberato per tempo di Frisullo, accompagnado il suo bel dire  con qualche funamolesca metafora con cui di solito infiocchetta le sue uscite, specie quelle più cattive.Frisullo, quindi,in questo caso e suo malgrado,  unirebbe al danno  psico-fisico che gli arresti in carcere provocano a chiunque non sia malandrino di professione, per di più senza alcun processo che l’inchiodi alle sue accertare responsabilità,  anche la beffa di risultare alla fine l’ultima “fiammata”  elettorale proprio di Vendola, quello che lo colpevelizzò licenziandolo dalla Giunta Regionale.

Michele Boccardi, operatore turistico, candidato del PDL alle regionali

Pubblicato il 17 marzo, 2010 in Il territorio | No Comments »

Il dr. Michele BOCCARDI,  imprenditore nel settore della ristorazione  ed operatore turistico,  candidato del PDL alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo,  questa sera ha incontrato i simpatizzanti del PDL di Toritto presso la sede del Partito. E’ stato Pierino Gagliardi a salutare il candidato Boccardi a nome del partito, presenti i consiglieri comunali del PDL Lavalle, Gagliardi, Rotunno e Bartolomeo.  Boccardi  ha esposto i motivi della sua candidatura ed ha invitato i militanti del PDL ad adoperarsi in questi ultimi giorni di campagna elettorale perchè sollecitino tutti a votare e a votare per il candidato presidente Palese, sottolineando che la vittoria di Palese è l’unica che può mandare a casa Vendola e quindi la inutilità del voto dato ad altri che alla fine risulta essere un voto utile a Vendola. Ha anche sottolineato la necessità di dare forza al PDLa votando la sua lista e i candidati del PDL.

Pdl: è pronta l’invasione di Roma

Pubblicato il 17 marzo, 2010 in Politica | No Comments »

C’è chi giura  nel  Transatlantico di Monrecitorio: «Andrà a finire che, come sempre accade, ha ragione lui (cioè Berlusconi)». Già, perché l’idea di chiamare la gente in piazza ci sta tutta ma un paio di circostanze rendono l’appello di Berlusconi un po’ scivoloso. Primo: l’aver scelto uno spazio immenso quale piazza San Giovanni, 42.700 metri quadrati non facilissimi da riempire. Secondo: l’aver deciso per la grande manifestazione il sabato precedente a quello del voto, rischiando una sorta di abbuffata di politica. Ma Berlusconi è Berlusconi: capace di dare la scossa a partito e militanti come nessun altro leader sa fare.
A dispetto di qualche scettico per i motivi di cui sopra, la macchina del partito s’è messa in moto all’istante per organizzare al meglio quello che sarà un vero e proprio bagno di folla. «Sono previste almeno 500mila persone se non di più», azzarda uno dei tanti registi dell’operazione «marea azzurra». Sono mobilitati tutti: dai vertici del Pdl all’ultimo simpatizzante. «Ci metto la faccia, non possiamo sbagliare», avrebbe confidato Berlusconi convinto che, sebbene deciso in poco tempo, il mega raduno sarà un successo. Tremila pullman da tutt’Italia, da Palmi a Portogruaro, una nave e un aeroplano da Olbia, due treni da Torino, persino dei bus da Stoccarda e tanti, tantissimi che raggiungeranno la Capitale con mezzi propri. Ieri si lavorava senza sosta per montare il mega palco di 400 metri quadrati, completamente coperto, e i due schermi giganti da 48 metri quadrati l’uno. Due i cortei che confluiranno in piazza San Giovanni: il primo partirà dal Circo Massimo e sarà guidato dalla candidata alla Regione Lazio, Renata Polverini; il secondo da Colli Albani e sarà formato dai simpatizzanti provenienti da tutte le Regioni, escluso il Lazio. Uno sforzo immane che vede impegnati in prima linea un po’ tutti: dal coordinatore nazionale Denis Verdini ai Promotori della libertà di Michela Vittoria Brambilla; dai Club di Mario Valducci ai deputati Marco Martinelli, Maurizio Lupi, Barbara Saltamartini e la ministra Giorgia Meloni. Ma sudano sette camicie anche tutti i coordinatori provinciali e regionali del Pdl che porteranno in piazza anche un gazebo per ogni Regione in cui si andrà al voto i prossimi 28 e 29 marzo. A fare da colonna sonora sarà l’orchestra di Demo Morselli, presente allo storico raduno del 2 dicembre 2006 quando, Prodi al governo, Berlusconi riuscì a portare in piazza una vera e propria folla oceanica. Sfileranno tutti o quasi i ministri ma soprattutto i tredici aspiranti governatori ai quali verrà data la parola per un breve intervento.
Ma il mattatore, cè da giurarci,  sarà lui, Berlusconi. Il quale di certo ricorderà che proprio lì è nato, dal basso, il Popolo della libertà, unendo per la prima volta le bandiere di Forza Italia e di An. Quella volta c’erano anche quelle della Lega Nord e anche sabato sarà la stessa cosa, visto che i vertici del Carroccio hanno assicurato che daranno una mano alla riuscita della kermesse. Ma cosa dirà il premier ai suoi? Anche se la tentazione di fare un comizio lancia in resta contro gli avversari c’è eccome, dal suo entourage giurano che «la protesta è solo la molla che ci ha spinto in piazza». Sebbene qualche militante sia già al lavoro sul tavolo del sarcasmo per creare un grande Di Pietro di cartapesta da sbeffeggiare e striscioni ironici contro il Pd e il «partito dei giudici», sarà principalmente «un mega raduno di proposta. Un bagno di folla per difenderci, certo, ma anche per sottolineare che siamo il partito e il governo del fare». Senza dubbio il premier sottolineerà i tanti successi del suo governo, molti dei quali macchiati dalla critica della sinistra, e lancerà un nuovo «patto del fare» tra governo e Regioni.Gli scopi principali della manifestazione sono chiari: reagire all’attacco concentrico di sinistra e parte della magistratura politicizzata e dar vita a una festa di popolo, opposta ai sit in dell’odio dei violacei e dei dipietristi. Ma c’è chi giura che ce ne sia anche un altro: far vedere a qualche critico interno che il Pdl è vivo e vegeto. La piazza per spiazzare nemici e amici (per primo il “futurista” Fini che in piazza non ci sarà, nemmeno per sostenere la sua candidata alla presidenza del Lazio, la signora Polverini).
…..Anche da Toritto, fanno sapere dal PDL  locale,  sono in partenza all’alba di  sabato mattina numerosi militanti del PDL che intendono partecipare alla manifestazione romana indetta dal premier Berlusconi.

L’AMERICA “PREMIA” L’EROISMO DEI SUOI SOLDATI IN IRAQ: L’OSCAR AL FILM THE HURT LACKER.

Pubblicato il 17 marzo, 2010 in Cinema, Politica estera | No Comments »

L’Oscar 2010 per la miglior regia è andato ad una donna, Katryn Bigelow, la prima volta nella storia degli Oscar che è lunga 82 anni. Il film per il quale la Bigelow ha vinto l’Oscar per la regia e che ha anche vinto l’Oscar per la migliore scenggiatura, il miglior  montaggio, il miglior sonoro,  è un film che narra ed esalta il coraggio e l’eroismo dei soldati americani in Iraq durante e dopo la caduta di Saddam. Il film si intitola The Hurt Locker e narra i  40 giorni al fronte, in Iraq, di una squadra di artificieri e sminatori dell’esercito statunitense, unità speciale con elevatissimo tasso di mortalità. Quando tutto quel che resta del suo predecessore finisce in una “cassetta del dolore”, pronta al rimpatrio, a capo della EOD (unità per la dismissione di esplosivi) arriva il biondo William James, un uomo che ha disinnescato un numero incredibile di bombe e sembra non conoscere la paura della morte. Uno che non conta i giorni, un volontario che ha scelto quel lavoro e da esso si è lasciato assorbire fino al punto di non ritorno.

Il film, altamente drammatico e  come dimostrano le altre  statuette che ha vinto straordinariamente  avvincente, offre uno spaccato diverso rispetto a quello che i mass media antiguerra avevano sinora santificato.Il film ha il pregio di restituire onore e dignità ai soldati americani che si sono battuti contro gli eserciti ombra di Al Qaeda e del  Baath saddamita, costringendo alcuni dei giornmalisti liberal americani ad ammettere che la distinzione tra il bene e il male a Baghdad era più chiara che non a Saignon o ad Hanoi. Il film, poi, spopola sugli schermi americani e un pò ovunque proprio in concomitanza con le recenti elezioni iraquene il cui indubbio successo è stata la migliore risposta  a chi nel recente e meno recente passato aveva sostenuto che la democrazia non è bene  che possa esportarsi. Anzi, proprio queste ultime elezioni iraquene che  hanno segnato un indubbio successo della strategia della democrazia,  consentono ad uno dei maggiori giornali liberal amerciani, Newsweek, di scrivere della “rinascita dell’Iraq” e di citare a questo proposito le parole dell’ex presidente americano George Bush il quale in anni lontani fu sfacciatamente coraggioso da sostenere che “in Iraq la democrazia avrà successo, e quel successo porterà da Damasco a Theran la notizia che la libertà può essere il futuro di tutte le nazioni. L’istituzione di un Irq libero al centro del Mediooriene sarà uno spaertiacque nella rivoluzione democratica globale”. Sinora le parole di Bush si sono avverate a metà ma c’è tempo e speranza che anche negli altri luoghi oggi governati da regimi che non praticano la libertà e la democrazia, prima o poi  si compia la profezia dell’ex presidente americano il cui coraggio nel sostenere le sue scelte sono pari al coraggio e all’eroismo dei soldati amerciani che il film premiato ad Hollywood ha “premiato” rendendo loro l’onore che sinora era stato loro  negato.

BERLUSCONI TRA LE FORCHE DELLE PROCURE E I SILURI DEGLI “AMICI”

Pubblicato il 15 marzo, 2010 in Politica | No Comments »

Sarà risuonato nelle orecchie di Berlusconi l’antico adagio secondo il quale “dai nemici mi guardi Dio che dagli amici mi guardo io”? Mentre scoppietta in quel di Trani l’ultimissima “serenata” delle Procure e di qualche procuratore in cerca di notorietà contro Berlusconi, ci ha pensato Bocchino, l’antipatico vicecapo dei deputati del PDL, a far sapere al mondo (almeno a quello conosciuto) che lo stregone Gianfranco ha deciso di mollare gli ormegggi e di salpare per lidi che nemmeno lui, l’ultimo dei chiaroveggenti in servizio permanente effettivo della politica italiana, sa quali debbano o possano essere. E’ di queste ultime ore la notizia che il 1° aprile, con tanto di preoccupata precisazione che non trattasi del classico “pesce”, nasce “Generazione Italia”, ultima belante creatura dell’on. Fini, il perennemente imbronciato cofondatore del PDL, che poco più di un mese dopo, cioè l’8 e 9 maggio, terrà a Perugia la sua prima assemblea che Bocchino si è pero guardato bene dal definire “costituente”, sebbene Fini tale si sente, nel senso che orami si considera sprecato nel ruolo di cofondatore di qualsiasi cosa  e aspira “modestamente” a quello di “padre” anche se non si sa bene di cosa. Da tempo si vociferava all’interno del PDL di uscite frondiste e di fondazioni di nuovi soggetti, l’altro ieri, poi, Vittorio Feltri ne aveva annunciato l’imminente varo, smentito dal direttore dell’altra creatura di Fini, la Fondazione  FAREFUTURO (il futuro, più che il presente è ciò che preoccupa Fini che però  ignora che il futuro lo si costruisce senza distruggere il presente e facendo tesoro del passato….), il quale aveva dato del “mago magò″ a Feltri. Ma ci ha pensato Bocchino a fare luce sulla realtà che è quella preannunciata da Feltri e che covava sotto la cenere dei numerosi messaggi  più o meno cifrati lanciati dallo stesso Fini sull’etere della politica da tempo. E’ vero che Bocchino ha precisato che trattasi non di una iniziativa contro il PDL ma che intende muoversi all’interno del PDL per sostenerne la crescita, magari… dopo averlo affossato elettoralmente fra meno di quindici giorni. Ma è lo stesso Bocchino a smentirsi, quando anuncia che a Perugia sarà invitato anche Berlusconi “con una lettera o una telefonata”. E’ vero che ormai la politica  di questa seconda ineffabile seconda repubblica ci ha abituati alle più incredibili contorsioni verbali e alle più spericolate contraddizioni in corso d’opera ma  Bocchino è riuscito a superare ogni maestro di comicità allorquando preconizza un ruolo all’interno del PDL di questa nuova creatura finiana e poi dimentico che Berlusconi è il presidente del PDL  ne annuncia “l’invito” per di più  a mezzo telefono. La verità è che sta concretizzandosi il divorzio all’interno del PDL dopo appena due anni di vita del soggetto politico nato dall’intuito di Berluscon e dopo appena un anno dal suo congresso fondativo,  soggetto politico che ha vinto sinora tutte le elezioni, raccogliendo e superando, per la prima volta dopo 40 anni, oltre il 40% dei consensi degli italiani. E il divorzio è l’obiettivo vero dell’on. Fini che predica la mancanza di democrazia all’interno del PDL ma in verità vuole ritornare ad avere egli, despota in sedicesimo, un soggetto politico dove fare il padre padrone come lo ha fatto in Alleanza Nazionale, specie dopo la morte di Tatarella (Pinuccio). Tatarella, appunto. Tutti si affannano a citarlo, a ricordarlo, talvolta a dirsene interpreti e continuatori. In verità, Tatarella morto è stato il più bel regalo che Fini ha ricevuto dalla sorte. Sarebbe stato l’unico,  Tatarella, nell’area ex missina, lui  che in verità  con la democrazia nei partiti  aveva  ben poco a che spartire, capace di impedire a  Fini di innalzarsi sullo scranno di imperatore dal quale ha governato AN negi otto/nove   che sono seguiti alla morte di Tatarella, prima della nascita del PDL. E sarebbe stato l’unico, Tatarella, capace di impedire a Fini di sacrificare sull’altare delle sue bizze personali e delle smodate ambizioni che sono indirettamente proprozionali alle sue doti  politiche  – escluso l’eloquio, spesso privo di sostanziali concretezze d’analisi -  gli interessi di una grande area politica italiana, quella del centrodestra.  Purtroppo Tatarella non c’è più, non ha lasciato eredi, salvo qualche mestierante cui, oltretutto,  mancano  l’intuito e la pragmaticità di Tatarella,   e il centrodestra, salvo miracoli, rischia di avviarsi  mestamente alla morte.