L’Oscar 2010 per la miglior regia è andato ad una donna, Katryn Bigelow, la prima volta nella storia degli Oscar che è lunga 82 anni. Il film per il quale la Bigelow ha vinto l’Oscar per la regia e che ha anche vinto l’Oscar per la migliore scenggiatura, il miglior  montaggio, il miglior sonoro,  è un film che narra ed esalta il coraggio e l’eroismo dei soldati americani in Iraq durante e dopo la caduta di Saddam. Il film si intitola The Hurt Locker e narra i  40 giorni al fronte, in Iraq, di una squadra di artificieri e sminatori dell’esercito statunitense, unità speciale con elevatissimo tasso di mortalità. Quando tutto quel che resta del suo predecessore finisce in una “cassetta del dolore”, pronta al rimpatrio, a capo della EOD (unità per la dismissione di esplosivi) arriva il biondo William James, un uomo che ha disinnescato un numero incredibile di bombe e sembra non conoscere la paura della morte. Uno che non conta i giorni, un volontario che ha scelto quel lavoro e da esso si è lasciato assorbire fino al punto di non ritorno.

Il film, altamente drammatico e  come dimostrano le altre  statuette che ha vinto straordinariamente  avvincente, offre uno spaccato diverso rispetto a quello che i mass media antiguerra avevano sinora santificato.Il film ha il pregio di restituire onore e dignità ai soldati americani che si sono battuti contro gli eserciti ombra di Al Qaeda e del  Baath saddamita, costringendo alcuni dei giornmalisti liberal americani ad ammettere che la distinzione tra il bene e il male a Baghdad era più chiara che non a Saignon o ad Hanoi. Il film, poi, spopola sugli schermi americani e un pò ovunque proprio in concomitanza con le recenti elezioni iraquene il cui indubbio successo è stata la migliore risposta  a chi nel recente e meno recente passato aveva sostenuto che la democrazia non è bene  che possa esportarsi. Anzi, proprio queste ultime elezioni iraquene che  hanno segnato un indubbio successo della strategia della democrazia,  consentono ad uno dei maggiori giornali liberal amerciani, Newsweek, di scrivere della “rinascita dell’Iraq” e di citare a questo proposito le parole dell’ex presidente americano George Bush il quale in anni lontani fu sfacciatamente coraggioso da sostenere che “in Iraq la democrazia avrà successo, e quel successo porterà da Damasco a Theran la notizia che la libertà può essere il futuro di tutte le nazioni. L’istituzione di un Irq libero al centro del Mediooriene sarà uno spaertiacque nella rivoluzione democratica globale”. Sinora le parole di Bush si sono avverate a metà ma c’è tempo e speranza che anche negli altri luoghi oggi governati da regimi che non praticano la libertà e la democrazia, prima o poi  si compia la profezia dell’ex presidente americano il cui coraggio nel sostenere le sue scelte sono pari al coraggio e all’eroismo dei soldati amerciani che il film premiato ad Hollywood ha “premiato” rendendo loro l’onore che sinora era stato loro  negato.