L’Ateneo di Bari

Arte, storia, politica e attualità in un convegno a Bari per ricordare due eminenti figure della storia politica del nostro Paese: Aldo Moro e Bettino Craxi.

In realtà l’iniziativa – che ha avuto luogo venerdì 17 alle ore 16 presso la Facoltà di Giurisprudenza delll’Ateneo barese – è nata dalla donazione di un’opera pittorica dell’artista barese Vito Stramaglia, che ritrae insieme i due statisti, alla Fondazione Craxi di Roma. Pertanto, madrina dell’evento non poteva non essere la figlia Stefania, sotto segretario agli Esteri ed animatrice della stessa Fondazione, che ha l’obiettivo di  tutelare la personalità, l’immagine e il patrimonio culturale e politico di Bettino Craxi.

L’occasione ha raccolto vecchi esponenti della vita politica degli anni ’70 e ‘80, ma anche giovani interessati alla storia della Prima Repubblica.

Le vite di Craxi e Moro si sono drammaticamente incontrate in uno dei periodi più difficili del nostro Paese, quello del sequestro di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse (16 marzo-9 maggio 1978). Allora Moro era presidente della Democrazia Cristiana, mentre Bettino Craxi era segretario del PSI e proprio a lui Moro rivolse alcune sue lettere durante il rapimento. Durante il sequestro Moro Craxi fu infatti l’unico leader politico a dichiararsi disponibile ad una trattativa, attirandosi addosso anche parecchie critiche.

A ricordarli sono stati tra gli altri gli organizzatori dell’evento, Luigi Ferlicchia, Giovanni Copertino, Aldo Loiodice, Franco Gagliardi La Gala delle associazioni “Critica Sociale”, “Nuovi percorsi” e del “Centro Studi Moro-Dell’Andro”, tutti d’accordo nel descriverli come uomini che vivevano di luce propria e caratterizzati dalla moderazione e dalla capacità di dialogo.

Dello stesso parere è stato il senatore Gaetano Quagliariello, che ha avuto il piacere di conoscerli e si è detto emozionato perché proprio nel giorno del convegno che ricorda i due uomini politici della prima Repubblica, nella stessa aula in cui si è svolta l’iniziativa, il senatore ha conseguito nell’84 la laurea in Scienze Politiche.

“Erano entrambi anticomunisti”, ha detto, “che pensavano con la loro testa e non si identificavano in tutto con il loro partito. Moro e Craxi appartenevano alla tradizione dell’umanesimo politico e la loro idea di democrazia era quella di una democrazia compiuta. Anche nella politica estera hanno operato la scelta atlantica e guardato al bacino del Mediterraneo. Craxi è stato però troppo ottimista nei confronti dei comunisti che invece si rifanno sempre al principio che c’è sempre dall’altra parte un nemico da distruggere. “Vicenda dunque quanto mai attuale”, ha concluso il senatore, “nell’illusione che tutto si può risolvere distruggendo la realtà per tornare al passato”.

Stefania Craxi ha ricordato i due politici come coloro che hanno contribuito alla modernità del nostro Paese. “Hanno avuto in comune la passione politica e la capacità di comando. Moro era un democratico che aveva a cuore la democrazia. Craxi invece un innovatore che ben presto si rese conto che il socialismo del primo Novecento non era più presentabile. La sua formula del liberismo liberale è tutt’ora in corso, mentre del comunismo di allora non c’è più traccia né alcun rimpianto”.

La sensibilità di un giovane artista, dunque, ha riportato alla memoria una delle pagine più dolorose e significative della storia del nostro Paese, che ancora oggi rivivono con lo stesso fervore di allora.

Fonte: L’Occidentale, 18 docembre 2010