In questi giorni divampa nel già rovente  clima della politica italiana un altro tema: quello della rivisitazione dei libri di storia nelle scuole italiane perchè siano raddrizzate eclatanti storture e ignominiose baggianate  che in questi testi, sui cui studiano i nostri ragazzi,  compaiono con grande compiacimento della sinsitra. La proposta,  avanzata da alcuni deputati del PDL, tra cui l’on. Carlucci e il ministro  per la Gioventù, Meloni, è destinata ad arroventare ancor di più lo scontro, perchè è evidente che una equilibrata narrrazione della storia apre la strada ad una diversa epiù oggettiva valutazione dei fatti. Sull’argomento  e sulle storture storiografiche operate dagli autori dei testi di storia attualmente inuso nelle scuole italiane,   ecco uno piccolo ma eloquente saggio di Francesco Maria Del Vigo.

I gulag? “In linea di principio il comunismo esprimeva l’esigenza di uguaglianza come premessa di libertà e l’ignominia dei gulag non è dipesa da questo sacrosanto ideale, ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente (…)”. Il Manifesto? Un comizio di Toni Negri della metà degli anni Settanta? No, un libro di testo, uno di quelli che potrebbe finire sui banchi dei nostri figli: esattamente pagina 1575, quarta edizione (del 1998) di Elementi di storia del XX secolo di Augusto Camera e Renato Fabietti.

I libri di storia faziosi? L’argomento è tornato alla ribalta in questi giorni in seguito alla proposta di una pattuglia di parlamentari del Pdl, capitanati da Gabriella Carlucci, di istituire una commissione d’inchiesta sulla faziosità dei libri di storia. Un tema che viene da lontano, sul finire degli anni Novanta avanzò una proposta simile Giorgia Meloni, allora segretario nazionale di Azione Giovani, il movimento studentesco di Alleanza Nazionale. Un’iniziativa gloriosamente inascoltata: nessuno raccolse l’invito del futuro ministro della Gioventù. Ed è proprio dai dossier di allora che emergono le aberrazioni storiche contenuti in alcuni testi poco scolastici e molto politici.

Torniamo al testo. Una decina di pagine dopo le foibe vengono licenziate come: “uno sfogo dell’ira popolare”. Il terrorismo degli anni di piombo? A quello “nero si salda presto il terrorismo che si dichiara rosso e proletario, ma che in realtà matura in ambienti universitari e piccolo borghesi e consegue, oggettivamente, gli stessi risultati del terrorismo nero, cioè genera tensione e disordini, dai quali può nascere solo un’involuzione reazionaria e fascistoide”.

Cambiamo libro e passiamo al Manuale di storia 3 L’età contemporanea di Giardina, Sabbatucci e Vidotto: “La politica staliniana in tema di nazionbalità non fu solo di carattere repressivo. Bisogan tener conto che, nella lista dei popoli perseguitati dal regime compaiono solo etnie nettamente minoritarie, spesso isolate nella loro zona di insediamento”. Beh, se sono minoritarie…

Nel Vocabolario della lingua parlata in Italia Di Carlo Salinari le foibe sono spiegate così: “Fosse (…) in cui durante la guerra 40-45 furono gettati i corpi delle vittime della rappresaglia nazista”. E qui siamo al paradosso: la frittata è totalmente ribaltata. Viee da chiedersi da chi sia parlata questa fantomatica lingua…

E poi non può mancare Silvio Berlusconi, ancora in vita e saldamente al governo ma già storicizzato dagli intellettuali engagé e, ovviamente, descritto con le fattezze del cattivo. Sull’esposto del governo in cui si denuncia l’attacco della procura di Milano: “Qui va rilevata, oltre alla grossolanità degli uomini, la sfacciata ribellione alla legge da parte delle forze di governo e l’ostilità verso una sia pur piccola pattuglia di magistrati indipendenti. In un crescendo di vendetta macbethiana si colloca la vicenda di Antonio Di Pietro, inquisito, oggetto di una lunga e implacabile persecuzione da parte della forza legale”. Questo è un testo per addetti ai lavori: Dizionario giuridico italiano-inglese di Francesco de Franchis.

La lista dei soggetti bersagliati dalla censura storiografica è infinita: dal fiumanesimo a Marinetti, da D’Annunzio a Nietzsche passando per poeti, pittori e personaggi pubblici. Omissioni, menzogne, morti che valgono meno di altri morti, solo perché sono caduti dalla parte sbagliata.  Francesco Maria Del Vigo