E' il 14 marzo 1990: un gruppo di alunni della scuola media di Toritto, accompagnati dal sindaco Gagliardi, partecipano alla udienza generale di Papa Giovanni Paolo II nella Sala Nervi.... e al Papa viene raccontata una innocente bugia

Non si trattò proprio di una bugia, piuttosto di una innocente  imprecisazione. Ad accompagnare i ragazzi, gli insegnanti e il sindaco Gagliardi, alla udienza generale – era un mercoledì -  c’era un sacerdote di Grumo Appula con  radici torittesi, don Antonio Ugenti, che a quel tempo lavorava in Vaticano. Don Ugenti,  che ricordiamo sempre con simpatia e affetto, riuscì a far sistemare i ragazzi lungo il corridoio che il Papa avrebbe percorso due volte, all’arrivo e al ritorno dalla Sala delle Udienze:  al Sindaco, a cui aveva fatto  indossare la fascia tricolore, riuscì a riservare una postazione ancor più  a ridosso del percorso papale. Cosicchè,  quando Giovanni Paolo II arrivò lì dove era sistemato il sindaco Gagliardi, don Ugenti, la cui mano destra si vede nella foto mentre lo indica al Papa, chissà perchè, dice al Papa: Santità, questo è il sindaco del paese di Mons. Colasuonno ( non ancora Cardinale). Non era vero,  ma il Papa ovviamente non poteva saperlo. C’è però che Giovanni Paolo II si rivolge al sindaco Gagliardi e gli dice qualcosa che il sindaco non comprende, sia perchè profondamente emozionato,  sia per la gente che come si vede nella foto si accalca per stringere, toccare, salutare il Papa, sia per la particolare tonalità della voce del Papa. Cosa gli avrà detto il Papa? Il sindaco Gagliardi  se lo chiede più volte durante il giorno ma dovrà attendere la mattina successiva, 15 marzo 1990,  per comprendere ciò  che il Papa gli aveva detto: gli aveva  anticipato, credendolo  il sindaco del paese di Mons. Colasuonno,  una notizia, tenuta sino ad allora gelosamente segreta, e  che  proprio quella mattina, dopo essere stata diffusa durante la notte dall’Ufficio Stampa del Vaticano,  “apriva”  tutti i giornali del mondo: il Vaticano, cioè la Chiesa di Roma,  per la prima volta dopo la rivoluzione d’ottobre, cioè dopo più di 60 anni,  aveva nuovamente un proprio rappresentante ufficiale in Russia, un Nunzio Apostolico  e proprio  nella persona di Mons. Francesco Colasuonno, fine e intelligente diplomatico,   che proprio di ritorno dalla Russia riceverà la porpora cardinalizia. La piccola e innocente bugia di don Ugenti aveva indotto il Papa a rivelare una notizia,   e nell’anticiparla certo  intendeva rendere omaggio alla terra natale di Colasuonno che come poi si apprese era stato il primo, straordinario  artefice della ricomposizione diplomatica tra la Russia e la Città del Vaticano a rappresentare la quale il Papa aveva voluto proprio il futuro Cardinale.