Muso duro a Pontida, ma la Lega è ormai un partito di sistema

Lega di lotta o Lega di governo? E’ il tema che divide la base che si tormenta sulle frequenze di Radio Padania e che negli ultimi giorni ha messo un po’ di paura a un Pdl che difetta di lucidità. Ma è pure uno di quei dubbi che il gruppo dirigente leghista sa di avere già sciolto, perché la scelta è nei fatti: la Lega è un partito di sistema che regge con il Pdl una considerevole impalcatura di potere (non solo amministrativo) che si schianterebbe al suolo assieme al governo di Roma. Dal nord ovest al nord est.

Tutto concorreva a far pensare che a Pontida Umberto Bossi si sarebbe preparato a far risuonare, davanti ai militanti in camicia verde che altro non si aspettano, i corni di guerra. Il pollice verso del leader sarà anche stato rivolto ai giornalisti petulanti e non al presidente del Consiglio in affanno, ma Roberto Maroni aveva rivelato l’ovvio gelando l’ottimismo di Silvio Berlusconi. “Va tutto bene? Lo vedremo a Pontida”, aveva detto il ministro dell’Interno coccolando la strategia della suspense su un evento per il quale la Lega ha deciso di assumere toni perentori e tuttavia propositivi nei confronti dell’alleato e del governo impaludati. Difatti sbaglia il Pdl, un po’ disordinato e intontito dalla mazzata referendaria, quando chiede che la Lega “rientri nei ranghi” scambiando il dinamismo (per quanto tattico) con i prodromi di un tradimento che appare difficile – se non impossibile – agli stessi dirigenti padani.

La Lega del 2011 non è più quella del 1995, nativista e settentrionalista, capace di ribaltare la maggioranza di centrodestra sapendo di avere poco da perdere e qualcosa da guadagnare: allora era in gioco esclusivamente il governo nazionale, retto da un’alleanza acerba con il Cav., e in una condizione incerta e fluida nell’Italia in cui si chiudeva la stagione di Mani pulite e si apriva una Seconda Repubblica ancora da decifrare nei suoi caratteri. Oggi il partito di Bossi governa con il Pdl di Berlusconi centinaia di comuni e province; esprime due importanti presidenti di regione, il governatore del Veneto Luca Zaia e il governatore del Piemonte Roberto Cota, è rappresentata nei consigli di amministrazione degli enti pubblici, delle ex municipalizzate, dei consorzi, delle fondazioni bancarie, persino della Rai. Gestisce denaro, finanziamenti. Potere vero. La Lega è un partito di sistema, come sanno benissimo i suoi dirigenti e come confessano spesso – a microfoni spenti, talvolta rimpiangendo la purezza dei vecchi tempi – alcuni degli uomini più vicini a Maroni. A un partito di sistema, che pure rievoca spesso l’originaria indole irruenta, non sfugge la meccanica di osmosi che collega tra loro i gangli del potere: sfilare un solo mattone rischia di far venire giù l’intera casa, dai Palazzi del governo romano su su fino al Veneto e alla Lombardia.  – FOGLIO QUOTIDIANO, 20 giugno 2011