Qualche notte fa, ignoti vandali hanno tagliato una cinquantina di alberi d’ulivo in un terreno di proprietà della famiglia del consigliere comunale Geronimo Filippo, che è anche assessore alla polizia urbana. Non è la prima volta che accade, perché, ci dicono, è accaduto anche nel recente passato. Deplorevole e deprecabile gesto non perché compiuto ai danni del “politico” ma  perchè compiuto. Purtroppo dalle nostre parti accade abbastanza spesso  che  le vendette vengano consumate nottetempo con sfregi che non esitiamo a condannare con forza. E, lo ripetiamo, non perché siano  stati compiuti  contro l’uno o contro l’altro, ma per il semplice fatto che siano  stati compiuti. Sin qui la deplorazione  contro gli ignoti vandali che però non ci esime dal deplorare anche  il tentativo di trascinare a tutti i costi  la questione in politica. Il fatto che il proprietario, o il di lui figlio, delle piante distrutte dalla furia vandalistica  sia un politico,  o,  meglio, uno che fa il consigliere comunale ( perchè la politica è un’altra cosa …. è una cosa seria  ) non è di per sé ragione per ritenere che la origine  del gesto sia necessariamente di natura politica.  Questa tesi, sostenuta dal corrispondente della Gazzetta senza prove di alcun genere, è  quantomeno azzardata, sia perché nessun inquirente, per quanto ci risulta, ha indicato la pista politica, pur senza escluderla, giacchè in questi casi, come è ovvio, nessuna  pista viene esclusa  a priori, sia perché non sono state escluse  piste  di altra natura.  Del resto, rilevato  che   l’attività del consigliere-assessore Geronimo viene svolta all’interno di un organismo  collegiale nel quale lo stesso è parte per nulla determinante, se la tesi “politica” fosse fondata  sarebbe necessario individuare  quale grave e significativo atto amministrativo sia stato assunto di recente  tale da determinare cotanta reazione dell’ autore del gesto vandalico e  individuare il perché la medesima reazione non abbia investito gli altri componenti della giunta comunale. Sempre da  parte del  corrispondente della Gazzetta si è lasciato intendere che  la ragione del gesto criminoso  sarebbe da ricollegarsi all’arruolamento”  di quattro vigili motociclisti di Bari  chiamati a fare servizio di vigilanza sul territorio e come conseguenza delle contravvenzioni che costoro avrebbero elevato nel corso della loro attività. E questo sarebbe il grave e significativo atto amministrativo? Intanto, della suddetta  iniziativa, ancorchè definibile positiva,   hanno menato vanto, se così si può dire, il sindaco e il comandante della polizia municipale, in un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno,  e solo in un secondo articolo,  all’indomani del primo,  si è “elogiato” per l’iniziativa lo stesso Geronimo   Filippo nella sua veste di assessore al “ramo”che comunque opera all’interno dell’organo collegiale, per cui è apparsa a tutti, la storia dei  due articoli,  una “guerra” interna alla maggioranza e alla giunta per attribuirsi i meriti di questa iniziativa  di cui francamente dubitiamo che ci sia da elogiarsi o auto elogiarsi più di tanto. Quindi, a dirla tutta, prima di Geronimo Filippo, la reazione del vandalo, se motivata dalle contravvenzioni,  avrebbe dovuto investire sindaco e comandante dei  vigili urbani. In verità, Geronimo  Filippo  all’interno della Giunta  e della maggioranza è  una mina vagante e potrebbero testimoniarlo i tanti che raccolgono le sue continue intemerate contro sindaco e giunta, compreso qualche consigliere di minoranza sollecitato, anche di recente,  a firmare una richiesta di convocazione straordinaria del consiglio comunale, da lui sponsorizzata alle spalle della maggioranza.  Azioni, le une e l’ altra che non  gli impediscono di continuare  a far parte della Giunta, il cui capo, cioè l’altro Geronimo , conoscendo di che pesce si tratta, poco se ne impipa,  anche perché gli basterebbe poco a ripetere con Geronimo Filippo  quanto già fatto con  l’ex vicesindaco Fasano che ancora piange sul suo defenestramento ( e relativa perdita della cospicua indennità).  Orbene, ci pare che l’assessore alla polizia urbana,  lo diciamo senza averne prova ma sulla scorta di quel che ci dicono del personaggio, capace per esempio  di suscitare generale  ilarità con l’abitudine di “vestire” la divisa di agente penitenziario  in occasione delle manifestazioni istituzionali  che Dio solo sa cosa c’entrino con il suo mestiere di agente penitenziario,  sta tentando di “usare”  l’atto vandalico del quale, deprecabilmente,  è rimasto vittima, per  trarne vantaggio politico. E anche in questo caso finendo per  suscitare altrettanta generale ilarità. Perchè è arduo sostenere che basti qualche  contravvenzione per scatenare una tale sproporzionata reazione …. salvo che non si sia trattato di una contravvenzione a comando, cioè pilotata.  Ma non osiamo neppure immaginare che i vigili urbani motociclisti di Bari si possano  essere prestati  al ruolo di esecutori di azioni meno che commendevoli.   Anche se, come diceva Andreotti, a pensar  male si fa peccato, ma talvolta (solo talvolta!) la si coglie nel vero. g.