Il governo Monti rappresenta una sospensione della democrazia e il Pdl ha l’interruttore per spegnerlo se le cose non andranno come concordato.

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Sono queste le parole usate ieri da Silvio Berlusconi, nel giorno della prima fiducia (al Senato) al nuovo esecutivo. Che è arrivata, perché così era nei patti. Il Pdl resta unito, nonostante lo tsunami, e la leadership di Berlusconi salda. Sono due notizie importanti, le uniche positive in una giornata che lascia l’amaro in bocca. Per due motivi. Il primo. La promessa rivoluzione montiana ha in sé tratti di berlusconismo. Cioè riforme liberali che la vecchia maggioranza avevanel suo programma e che sono rimaste incompiute, in tutto o in parte, per la follia suicida di Gianfranco Fini, che ha messo in atto una scissione per pure ambizioni personali, e per un accanimento mediatico-giudiziario criminale.

La seconda. Vedere i senatori del Pdl votare insieme alla sinistra sconfitta alle elezioni è un boccone amaro da digerire. È vero che sono Bersani e Di Pietro a dover scendere su posizioni liberali e a rimangiarsi gran parte delle loro urla, ma la cosa non ci consola.

Paghiamo dunque il prezzo, ma non caliamo le braghe. Aiutiamo questo esecutivo fino al limite invalicabile dei principi non negoziabili. Tra iquali c’è anche che un governo non eletto dal popolo non deve e non può forzare la volontà della maggioranza dei cittadini. Dobbiamo salvare l’euro ma anche una storia. Scommetto che Berlusconi saprà trovare il punto di sintesi. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 18 novembre 2011

……………….E’ vero, tiene, per il momento, cioè dinanzi ad annunci che sono atti sostanziali ma teorici. Ma quando si dovesse passare a fatti concreti, a dover dire non alla ipotesi della patrimoniale, allla ventilta reitroduzione dell’ICI sulla prima casa, al rimodellamento delle pensioni con l’annunciato annullamento delle normative introdotte con la riforma Dini, cioè l’applicazione del sistema contributivo solo per gli assunti dopo il 1995 con la possibilità per questi di crearsi forme di previdenza integrativa, mantenendo invece il doppio regime – retributivo e contributivo – per gli assunti prima del 1995, allora bisognerà vedere cosa potrà accadere e se all’”ordine” di Berlusconi di alzare bandiera “rossa”il PDL, o meglio i deputati e i senatori del PDL, risponderanno “signorsì” oppure preferiranno alzare le spalle e continaure a sostenre il governo  dei tecnici per assicurarsi la continuità della legislatura sino alla scadenza naturale. Le parole di qualche spocchioso, tipo Scaiola, quello che ha sulle spalle la colpa di aver fatto perdere al PDL, d’un colpo, molto più di quanto non vi abbiano  contribuito le svolazzanti serate di Berlusconi, sono un avvertimento che non può prendersi sottogamba. Speriamo che di Scaiola e di quelli come lui resti solo la spocchi, e Berlusconi rieswca amantenere il timone di quel che resta del PDL perchè riprenda a navigare in mare apertoe guadagni porti sicuri nel cuore enel cervello  degli italiani. g.