Alla immediata vigilia del terzo ed ultimo dibattito tra i due sfidanti alla presidenza degli Stati Uniti Romney continua ad avanzare nei sondaggi, nonostante la buona prova data dal presidente nel secondo faccia a faccia. Un sondaggio Gallup dà lo sfidante addirittura avanti di 7 punti a livello nazionale, mentre due rilevazioni sulla Florida confermano che il presidente è indietro nel più importante Stato in bilico. La situazione a pochi giorni dall’ultimo dibattito, lunedì a Boca Raton, in Florida (in Italia saranno le tre del mattino di martedì) è difficile per Barack Obama. Ma a livello di Stati chiave la bilancia pende ancora. sia pur di poco,  verso il presidente. in carica.

I sondaggi negli Stati chiave sono utili per simulare cosa succederebbe se si votasse oggi.

IL SISTEMA ELETTORALE USA
Il dato nazionale infatti non è tutto, quando si parla di elezioni Usa. Infatti l’inquilino della Casa Bianca viene eletto con un sistema su base statale. E a fare la differenza sono pochi Stati chiave.

Come è noto, essendo gli Stati Uniti una repubblica federale, il sistema elettorale è su base statale. Questo significa che i voti dei cittadini non finiscono virtualmente in una stessa urna, ma in 50 urne diverse, una per ogni Stato, sulla base del quale si assegnano dei delegati. Gli Stati più popolosi eleggono più “grandi elettori”, come vengono chiamati. Per essere eletti, un candidato deve ottenere almeno 270 grandi elettori su 538.

Essendo quindi molti degli Stati “nettamente democratici” o “nettamente repubblicani”, tanto che quei delegati si considerano già assegnati a un candidato a meno di sorprese o rivoluzioni, il numero di Stati in bilico che possono decidere l’elezione è molto limitato. E spesso sono sempre gli stessi.

LA SITUAZIONE
In questa fase, nella sfida tra Barack Obama e Mitt Romney, sono solo sette gli Stati che esperti e sondaggisti considerano in bilico (tossup, come si dice in inglese) o quantomeno contendibili.

Si tratta di Florida (29 grandi elettori), Pennsylvania (20), Ohio (18), North Carolina (15), Virginia (13), Colorado (9), Nevada (6), Iowa (6) e New Hampshire (4). Ovvero 120 grandi elettori in ballo.

IL FRONTE DEMOCRATICO – 227 grandi elettori
Gli Stati considerati saldamente in mano ai democratici sono New York, California, Oregon, Washington, New Mexico, Illinois, Maine, Vermont, Massachussetts, Rhode Island, Connecticut, New Jersey, Delaware, Maryland, District of Columbia, Minnesota, Hawaii, Michigan, Wisconsin. Questi Stati valgono al momento 227 grandi elettori.

IL FRONTE REPUBBLICANO - 191 grandi elettori
Il Great Old Party può contare invece su una solida maggioranza in Texas, Alaska, Montana, Idaho, Utah, Arizona, Wyoming, North Dakota, South Dakota, Nebraska, Kansas, Oklahoma, Arkansas, Louisiana, Alabama, Georgia, South Carolina, West Virginia, Kentucky, Tennessee, Mississippi, Indiana e Missouri. Questi Stati, numerosi ma in gran parte poco popolosi, valgono 191 grandi elettori.

LA SIMULAZIONE: ELETTO OBAMA
In questa situazione, Obama rimane a un passo dall’elezione: dei 120 grandi elettori in ballo, gliene bastano 43 per rimanere alla Casa Bianca ma Romney può  batterlo.

I sondaggi   in questi Stati  infatti dicono che ovunque Romney è in netto recupero:

In Florida, Romney avanti di almeno un punto;
In Ohio: Obama +3%;
In North Carolina: Romney +3%;
In Virginia, è parità;
In Colorado, Obama avanti di poco;
In Nevada, Obama +3%;
In Iowa, Obama +4%.
In New Hampshire, Obama +1,5%
In Pennsylvania, Obama +5%

Alla luce di questi dati conterà molto l’ultimo dibattito e sopratutto cosa decideranno  di votare i tanti indecisi che, collocati al centro, sceglieranno all’ultimo minuto e faranno la differenza, specie negli stati in bilico, nei quali, come appare dalla tabella sopra riportata,  il vantaggioe/o   lo svantaggio di entrambi i candidati  si aggira intorno al 3%, percentuale considerata da tutti all’interno del margine di errore.