Per mesi ci hanno detto che l’incertezza politica pesava sui mercati. Ora per Moody’s conta poco chi andrà al governo: l’importante è che restino le riforme

Per mesi ci hanno detto che rating, spread e mercati andavano male per “le incertezze politiche” dell’Italia.

Il logo di Moody’s alla sede di New York dell’agenzia di rating

Prima il governo Berlusconi non faceva abbastanza per assicurare l’affidabilità creditizia del Paese, poi nemmeno le riforme di Monti hanno avuto gli effetti sperati, a guardare l’andamento altalenante del differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi.

Ora Moody’s fa retrofront: “Le turbolenze politiche non influenzano i mercati e hanno conseguenze limitate”. Per l’agenzia di rating conta poco chi andrà a Palazzo Chigi a febbraio. Purché mantenga “le riforme strutturali e il consolidamento di bilancio” messi in atto dai tecnici. “Ci aspettiamo che il prossimo governo mantenga gli elementi chiave della legge di stabilità“. Fonte ANSA, 13 dicembre 2012

………………Nemmeno poche ore fa,  tutta la galassia dei profeti italiani, da Bersani a Casini, da Fini al presidente diConfindustria, tutti a scaricare sulla decisione, sempre tardiva, del PDL di “scaricare” Monti la responsabilità della risalita dello spread,  negli ultimi giorni. Solo Monti che forse era a conoscenza della imminente discesa in campo dell’Agenzia di rating internazionale, sia pure con il solito linguaggio ermetico che gli è congeniale, si è smarcato da questa interpretazione di comodo della crisi dei mercati. Ora giunge la dichiarazione di Moody’s che fa strame delle sciocchezze in libertà dei varti Bersani, Fini e Casini, accumunati non solo dall’odio verso Berlusocni – che ha tante colpe! – ma anche dalla profonmda ignmoranza delle leggi del mercato finanziario che non conosce la lingua dei politici ma solo quella degli affari. g.