Mai come questa volta, è condivisibile il D’Alema-pensiero espresso nella trasmissione di Lilli Gruber: «I termini reali della competizione elettorale sono che se non vince Bersani, vince Berlusconi. Con la stessa sicumera il presidente del Copasir ha aggiunto che il Cav non è finito. «Penso che sarà sconfitto. Non sottovaluto il rischio di questa sua, spero, ultima battaglia, ma mette in scena sempre la stessa storia».
Una speranza, perché ieri sera il Cavaliere, nel tanto atteso duello, quasi in punta di fioretto, con Santoro, non è apparso affatto all’ultima battaglia. Anzi. Tra camomilla e Zelig iniziale, Berlusconi ha risposto punto per punto al presentatore che ha fatto di tutto per irritarlo senza riuscirci. Neanche Travaglio ha colto l’impresa. E così anche nella fossa dei leoni il Cavaliere è riuscito a conquistare audience, a sostenere il miglior confronto televisivo fra le decine già viste, ha parlato a quel 50% di elettori che non votano solleticandoli sulle tasse imposte dal governo Monti.
E nel giorno in cui il presidente della Bce, Mario Draghi ha avvertito l’Europa di non cantare vittoria perché siamo ancora economicamente deboli, ha sottolineato che i mutui in Italia pesano mentre in Europa continuano a calare e ha ricordato che servono riforme strutturali per continuare nel risanamento, Monti e Bersani si sono sfidati a distanza ancora una volta sull’economia. Il segretario del Pd ha riproposto il suo cavallo di battaglia, la patrimoniale sugli immobili fino a un milione e mezzo «catastale», eliminando però l’Imu per chi paga fino a 500 euro. Ma della famigerata riforma del catasto non c’è menzione. Monti ha risposto ancora una volta attaccando il sindacato.

Pier Luigi e Super Mario devono convincersi che il duello non è più a due. C’è il terzo incomodo. Silvio Berlusconi. Sarina Biraghi, Il Tempo, 11 gennaio 2012

.……Due considerazioni. La prima. Questo editoriale, il primo se togliamo quello di saluto, del nuovo direttore de Il Tempo conferma che il quotidiano romano, da sempre voce dei moderati e primo giornale della Capitale, è davvero ritornato ad essere quotidiano libero e obiettivo, non lo era più con Sechi, il vecchio direttore che si è guuadagno il laticlavio di senatore. La seconda. Che conferma la prima e cioè che il Tempo, obiettivamente, rileva ciò che la stampa orientata a sinistra nnon  rileva e cioè che la partita del 24 e 25 febbraio non ha solo due concorrenti ma tre, e il terzo è il centro destra, cioè Berlusconi che, piaccia o non piaccia,  stando ai sondaggi e, come correttamente rileva il direttore de Il Tempo,  anche alla luce del confronto televesivo ieri sera da Santoro dove ha tenuto testa a Travaglio e ha fatto 9 milioni di spettatori, non è “terzo” dietro Monti ma l’alternativa, unica a Bersani e al PD. Di qui al 24 febbraio ci sono 40 giorni, quelli veri di campagna elettorale, e  i risultati veri diranno quanto ciò sia vero. g.