A proposito delle scuse pretese da Berlu­sconi per avere detto la verità su Mus­solini, a quando quelle di Monti ai ter­remotati dell’Emilia e a tutti noi italia­ni? Tutto preso a salvare la banca del Pd e a ingraziarsi i potenti d’Europa, il premier si è distratto e nell’anno di regno, non ha cavato un ragno dal buco.

Neppure dalle voragini aperte dal sisma. Il suo governo non solo ha lasciato sostanzial­mente soli i malcapitati, ma, non contento, li ha pure tassati. Un ragioniere avrebbe avuto più buonsenso oltre che buon cuore. Ecco perché ie­ri, in visita elettorale nei luoghi del disastro, il premier si è preso giustamente del buffone, del ladro ed è stato bersaglio (mancato) di lanci di ortaggi e uova.

Ho conosciuto e incontrato amministratori, imprenditori e famiglie delle zone terremotate. Non chiedono elemosina e compassione, forse neppure aiuti. Ma pretendono di non essere al­meno bastonati e puniti dallo Stato dopo essere stati nel misterioso mirino della natura. Se il go­verno ha trovato quattro miliardi per la banca del Pd, vuole dire che non mancano i soldi. Man­ca la politica, che ruba e sperpera ma non può prescindere, a differenza dei tecnici, dai bisogni della gente.

E dire che Monti si è scelto come compagni di avventura due emiliani, Casini e Fini. I quali pre­feriscono parlare in tv di bunga bunga, conflitto di interessi, insomma di Berlusconi e dei suoi presunti problemi, che della loro gente. Ci si può fidare di politici del genere? Qui non stiamo parlando di solo solidarismo, in gioco c’è la tenu­ta di uno dei territori locomotiva del Paese. Gli emiliani sono gente tosta, ce la faranno, ma cer­to stanno prendendo coscienza che il Pd, parti­to egemone e con un controllo militare del terri­torio, è più sensibile ai problemi delle sue ban­che che a quelli dei suoi amministrati. Bersani ha voglia a sbranare. Sbrani i suoi, e se stesso, per aver permesso tanto a Monti e alla regione più rossa d’Italia.Buffoni,e questa volta non sia­mo noi a dirlo. Il Giornale, 28 gennaio 2013