Come ogni anno, il cenone di stasera sarà preceduto dall’Ospite Istituzionale, che quest’anno batterà il record dell’ottavo messaggio di fine anno.

Non sono tra quelli che insultano e accusano o’ Presidente, gli dedicano tomi giganteschi per mostrarne la piccineria o incitano a boicottare l’invito a cena con Relitto, nel senso di Unico Superstite del passato. Credo di avergli sempre mostrato rispetto ma non ho mai nutrito aspettative su di lui, né quando fu eletto né quando fu rieletto. Napolitano non era e non poteva essere il salvatore della patria in gran tempesta. Lui è il Preservatore dello Status quo. Tutta la sua biografia politica attesta che Napolitano non è mai stato per la Rivoluzione ma sempre per la Manutenzione, per dirla con Longanesi. Uomo d’apparato, fu sempre per il comunismo-regime, mai per il comunismo-movimento, si schierò sempre dalla parte dell’establishment, sia nel suo partito che nella partitocrazia, sia nell’Internazionale che nella prima repubblica. Lo fu da comunista, lo fu da Presidente della Camera, lo fu da ministro dell’Interno, lo è adesso. Sempre contro gli insorti, da Budapest ai Forconi, dalle sinistre eretiche ai movimenti di piazza. Per sancire il passaggio da una repubblica a un’altra ci vorrebbe un De Gaulle o almeno un René Coty o un picconatore. Napolitano invece è il tutore del Sistema e degli assetti interni e internazionali. Non accusatelo, è coerente al suo ruolo usuale. Perciò il suo discorso si sposa bene con lenticchie e cotechino: usanze vecchie per l’anno nuovo. Marello Veneziani.

.….Questa nota di Veneziani è del 31 dicembre, cioè ieri, alla vigilia dell’ottvavo discorso di Napolitano da presidente, record assoluto della Repubblica. Lo abbiamo sentito, non dando retta alle ridicole proteste dei TV spenti,  e dobbiamo dar ragione a Veneziani. L’ottavo discorso di Napolitano è stata la stanca ripetizione dei luoghi comuni che avevano caratterizzato i precedenti sette, con la noiosa elencazione dei problemi e in più l’odiosa citazione di qualche episodio spicciolo di povertà nel Paese, all’interno della opulenta ricchezza  del Palazzo che ospita il capitano supremo di una nave che non affonda perchè non c’è neppure acqua a sufficienza perchè l’ingoi. g.