L’ex vicesindaco Fasano è quello che secondo un volantino anonimo firmato “Torittonostra”,  non solo – ed è sacrosanta verità – ha perduto i buoi e va trovando le campane – ma è definito peggiore di quello che ha preso il suo posto, il che è da far morire di rabbia il Fasano, visto – per Fasano – l’offensivo paragone tra il nipote di un bidello – ottima persona quest’ultima  – e l’avo D’URSO di Fasano di cui lo stesso mena vanto pur essendo, secondo la cronaca del tempo, solo un bandito da strada. Orbene, il suddetto Fasano  non si rassegna   al ruolo di chi ha perduto i buoi e neppure a quello  che gli è più consono, cioè  quello del “buttato fuori”. Infatti, concionando dall’alto della sua prosopopeica e presunta, assai presunta superiorità, va   dichiarando – tronfio  – che tutti quelli che vogliono andare al Comune lo fanno solo per fare i “cazzi  loro”,  proponendosi lui, mammolletta di primo pelo,  quale candidato sindaco  e salvatore della Patria, ora,  a 66 anni compiuti l’altro ieri, quando tutti domandano novità e giovinezza e non potendo neppure vantare  esperienza essendone proprio lui  totalmente privo. Costui  è tanto vanesio – almeno politicamente- che dimentica di essere andato in lista nel 2009   nell’aggregazione di sinistra, vantandosi, a risultati acquisiti,  di aver impedito con i suoi voti alla destra  (quella vera e provata da decenni di  coraggiosa militanza  ) di vincere. Non solo. In campagna elettorale aveva deliziato i sostenitori della sua lista  con discorsi scrittigli da mano mercenaria – perché lui non saprebbe  come spiccicar parola –  esaltando le doti del capo della lista e  aveva preannunciato grandi opere, appena alla vigila del suo defenestramento orchestrato con geometrico intento di ridicolizzarlo da quelli che aveva aiutato a vincere.  Chiunque al suo posto, per un soprassalto di dignità, avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco, si sarebbe ritirato in buon ordine, avrebbe preso atto della sua pochezza politica – sulle altre stendiamo un velo pietoso -, e si sarebbe dato all’ippica o, se preferisce, alla caccia al cinghiale che tanto ama per averla praticata pare anche  di frodo, e per aver messo come foto del suo profilo – e migliore identificazione di se stesso  non avrebbe potuto scegliere -  appunto una testa del famoso  mammifero. Invece no! Ha dichiarato guerra ai suoi ex “compagni” e lancia in resta, novello Lancillotto,  si è messo a capo di una armata brancaleone  per dare l’assalto al Palazzo  non per  governare, che è cosa che non saprebbe neppure iniziare a fare,  ma  per consumare vendette e ritorsioni, secondo lo stile e  il costume   che però, come il bue che dice cornuto all’asino,  attribuisce agli altri,   a chi scrive questa nota in particolare, nei cui confronti prova la rabbia tipica delle personalità mediocri quale è la sua, checché lui, e solo lui!,  di sé possa pensare. Ma che è invece l’opinione di tanti, forse molti di più di quanti egli stesso possa immaginare, che coinvolge anche stretti suoi amici, disturbati dal fatto che  ora li voglia, loro malgrado, indurre  ad una specie di guerra di religione che di religioso nulla ha, ma che solo ha sapore di privata e insulsa  rivalsa.   Guerra nella quale pretende  peraltro di essere solo, dovendo tutti gli altri, anche quelli che egli ha osteggiato, sino all’insulto greve, mettersi da parte, perché arriva lui il cioccolataio magico capace di cambiare il mondo. Ma andiamo! Fasano è stato in Comune dieci anni, tra il 1985 e il 1995, senza mai occuparsi di nulla, cinque anni da assessore e altri cinque da vicesindaco, ruolo che non gli competeva ma che l’oggi odiato  “dittatore” dell’epoca  gli  volle riservare, (ab)usando della sua autorità,  per non umiliarlo di più di quanto già non lo avessero umiliato gli elettori,  facendolo arrivare  in numero di preferenze dopo un “modesto” ma molto più bravo dipendente della Asl. Sia nei primi cinque anni che nei secondi cinque anni,   il suo contributo fu pari a zero, virgola zero, come sa più  di tutti l’opposizione dell’epoca,  perché né la “cosa pubblica” gli interessava, né ne comprendeva lo spirito. E visto che ci siamo,  ora che accusa tutti di volle andare sul comune per fare i “cazzi propri”  (ma  lui è l’ultimo a poterne essere illibato censore),  spieghi perché lui nel 1985 ci volle  salire in Comune  e restarci  per dieci anni senza mai occuparsi del “bene comune” salvo che per la pausa caffè,  subito dopo aver conseguito la faticosa  laurea in medicina  e prima di ottenere la nomina  a medico della mutua… Forse perché  pensava o credeva o sapeva  di poterne  essere agevolato? E lo fu? C’è chi dice di si, magari ricordando circostanze ed eventi che molti hanno nella loro memoria  e che nessuna intitolazione postuma al suo genitore (unica “realizzazione” del suo secondo vicesindacato finito nel ridicolo)  possono far dimenticare.   E perché  pretese che fosse impedito  ad  un altro medico di andare  in lista nella DC  nel 1990,  spingendolo dalla DC al PSI e da allora in poi alla  conquista del titolo di maratoneta del cambio di casacca?  Perché non voleva concorrenti in casa nella caccia agli assistiti come nel mai dimenticato film di Alberto Sordi?  Oh,  come è lastricato di  galantuomismo a buon mercato la strada dei  fasulli salvatori della Patria, che se deve essere difesa da  personaggi alla Fasano può tranquillamente finire in malora o venduta al mercato delle pulci.   La smetta Fasano di salire in cattedra, non ne ha né le qualità, né i titoli,  e se ne stia a casa, cercando, se ci riesce,  di far al meglio  il suo lavoro per il quale come è noto è lautamente pagato,  attento,   usando il suo essere medico della mutua, a non spifferare  i  dati dei pazienti,  magari  “spiati” nel database dei colleghi,  rigorosamente tutelati dalla  legge sulla privacy: è un grave reato non solo spiarli  ma peggio ancora spifferarli, specie per ragioni elettorali o di bassa e squallida polemica. g.

P.s. A conferma che  Fasano  non sa neppure dove sono di casa  gli interessi della città e del “bene comune”,  vi invitiamo a verificare quale impegno questo signore e la sua armata brancaleone hanno profuso in Consiglio Comunale per difendere e sostenere i cittadini contro le scelte del governo cittadino. Per esempio in materia di tasse. Nè sono stati presenti nelle riunioni consiliari durante le quali questi problemi sono stati discussi, nè hanno aperto bocca o speso un centesimo per chiedere l’abrogazione della mini IMU 2013 a carico dei proprietari di prime case. Silenzio assoluto. Anche in queste ore quando si è appreso che a Grumo e Binetto la mini IMU è stata risparmiata ai cittadini di questi due comuni a noi assai vicini. Fasano e i suoi comparielli aveva altro a cui pensare, forse a spartirsi la “camicia di Cristo” prima ancora di averla ottenuta, ammeso e non concesso che mai la ottengano.