La furia dell’acqua ha sparso terrore e morte trasformando una luccicante cartolina della Puglia turistica in una palude di fango. E un cavillo legato a una percentuale ha cancellato invece la speranza di un aiuto da parte dell’Europa. I danni infatti non sarebbero superiori all’1,5 del Prodotto interno loro regionale: tanto basta all’Ue per impedire di avviare la pratica, questa semplice soglia è sufficiente per respingere qualsiasi progetto di rinascita che passi per gli aiuti comunitari. Perché proprio quella percentuale è il limite fissato nei rigidi meccanismi di un ingranaggio che non fa sconti anche se paradossalmente si chiama «fondo di solidarietà». Una misura che sarà pure ancorata a una giusta ripartizione delle risorse tra i vari Paesi, ma sfugge a una logica di equità se si tiene presente che in una regione ogni provincia è differente dall’altra e il comune denominatore del Pil regionale può raccontare una situazione diversa dall’emergenza reale. Fatto sta che il Gargano si ritrova solo, lasciato a rimboccarsi le maniche dopo la tragedia che il 6 settembre dell’anno scorso travolse Peschici e altri centri vicini, un’alluvione che provocò due vittime e devastò nel giro di poche ore case e alberghi, campeggi e fattorie. Una terra in ginocchio, come annunciato dallo spicchio di mare divenuto marrone, un lago spettrale, immobile, sorvolato dall’elicottero di Matteo Renzi: il premier accorse al capezzale della Puglia ferita, ma non è chiaro quali verifiche siano state fatte dal governo per accertare se i danni fossero davvero inferiori alla fatidica soglia stabilita dall’euroburocrazia e se ci fossero i presupposti per avviare la richiesta di accesso ai fondi.

Due giorni fa la Commissione europea ha sbloccato 1,98 milioni di euro per la Bulgaria, 8,5 milioni per la Romania e 56 milioni per l’Italia: risorse che serviranno a coprire gli interventi di emergenza attivati in seguito alle alluvioni in Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte e Toscana. Lo ha annunciato la Commissaria per la Politica regionale dell’Ue, Corina Cretu, dopo l’interrogazione dell’europarlamentare (lombarda) di Forza Italia Lara Comi. Per la Puglia non è previsto neanche un centesimo: il governo italiano non l’ha inserita nel dossier inviato a Bruxelles. Sul Gargano dovranno arrangiarsi da soli, aggrappandosi a fondi statali e regionali. Come avvenne dopo il tragico incendio del 24 luglio del 2007 a Peschici: tre morti e migliaia di sfollati, almeno cinquanta milioni di danni, ma la richiesta di risarcimento fu respinta perché la domanda fu presentata in ritardo. E adesso, l’Europa è ancora più lontana. Bepi Castellaneta, Il Corriere del Mezzogiorno, 13 aprile 2015

…Una ragione di più per dubitare della efficienza e, sopratutto, delll’equilibrio della istituzione europea, la stessa che come nei paesi del terzo mondo sanzionano i pescatori italiani se usano reti di un millimetro in più dello stabilito per la pesca di pesci che attraverso le reti non passerebbero neppure se fossero fantasmi. Ecco, questa è la Europa dei burocrati strapagati per fare leggi e regolamenti a dir poco strampalati. E a farne le spese sono, come i quiesto caso, i ougliesi, i foggiani, i pescatori di Peschici. g.