Si può proibire a dei bambini delle elementari una passeggiata di bellezza tra la «Crocifissione Bianca» di Chagall e i quadri a soggetto religioso di Guttuso e Van Gogh «per venire incontro alle sensibilità delle famiglie non cattoliche»? Succede alla scuola Matteotti di Firenze, dove alcuni genitori denunciano la cancellazione di una visita alla mostra di Palazzo Strozzi dedicata al rapporto tra arte e sacro.

Sarà un ragionamento insensibile, ma se alcune famiglie musulmane (la tartufesca definizione di «non cattoliche» si riferisce ovviamente ed esclusivamente a loro) si considerano così urtate dalla presenza di qualche croce in un museo, possono sempre tenere i figli a casa, senza per questo che a casa ci debbano restare pure tutti gli altri. Altrimenti il prossimo passo sarà mettere all’ indice il Battistero e la cupola del Brunelleschi, con il risultato che per non urtare la sensibilità di chi arriva da fuori si urterà terribilmente quella dei fiorentini, non meno meritevole di tutela.

Quando si parla di integrazione, si gira sempre intorno allo stesso tema: la mancanza di reciprocità. Per un occidentale, credente o ateo che sia, visitare una moschea o una mostra di mosaici non rappresenta un problema. Per molti musulmani, invece, l’ esistenza di altre culture intrise di simboli religiosi genera disagio o addirittura insofferenza. Questa mancanza di reciprocità vanifica ogni slancio di comprensione. Se gli sforzi vengono fatti sempre da una parte sola, alla fine producono esiti grotteschi come a Firenze. Alimentando per reazione un riflesso, questo sì reciproco, di chiusura. Massimo Grimellini, La Stampa, 13 novembre 2015

…….Da ieri ne stanno parlando tutti i giornali. Si tratta di un atto di razzismo al rovescio, anzi di intolleranza religiosa all’incontrario. Ma si tratta anche di un atto di estrema stupidità da parte di insegnanti che per dar prova di presunta “tolleranza” religiosa verso i mussulmani a danno dei cattolici,  hanno finito col commettere un atto di intolleranza religiosa nei confronti di bambini cui si è impedito di accedere alla visione di grandi artisti che tra le altre opere  hanno anche dipinto soggetti religiosi la cui natura immortale ed eterna non può essere ostaggio di sciocche e puerili manifestazioni di presunto “politicamente corretto”. Rispetto alla gravità del fatto che fa coppia con altri casi che si sono avuti nel recente passato (il mancato allestimento del presepe in alcune scuole, emulato i queste ore dal governo di sinistra della  Città di Madrid che a sua volta ha deciso di non allestire il presepe in città con le stesse motivazioni delle insegnanti di Firenze) non basta la denuncia giornalistica, il sarcasmo di Gramellini, la dichiarazione di “insensatezza” da parte del sindaco di Firenze, bisogna che il ministro della P.I.intervenga con provvediemti disciplinari nei  confronti delle insegnanti di Firenze che dissennatamente hanno deciso di privare gli alunni di loro diritti e anche di professare la loro religiosità. Ancor più il provvedimento disciplinare deve   riguardare i dirigenti scolastici che troppo spesso abdicano alle loro funzioni di controllo e talvolta si compiacciono di essere a capo di istituzioni che sopravanzano le leggi dello Stato e ancor più quelle del buon senso. g.