VENDONO IL PAPA A MONTI PER 17 MILIONI, di Vittorio Feltri

Pubblicato il 28 dicembre, 2012 in Politica | Nessun commento »

Non sappiamo se sia un bene o un male, ma è un fatto che non è più la Chiesa di una volta: ha perso la capacità di nuotare sott’acqua. Non è colpa sua: sono cambiati i tempi e i prelati si adeguano, molto in fretta.

Mario Monti in Vaticano

Sessant’anni orsono, le cose della politica erano drammatiche (scontro tra Occidente e Unione Sovietica) ma semplici, direi schematiche: gli elettori decidevano se stare di qua o di là, ed era finita lì. I partiti che contavano erano due: la Democrazia cristiana e il Partito comunista. Tutti gli altri movimenti erano di contorno. Ovvio che la Chiesa confidasse nella Dc, alla quale non lesinò aiuti e appoggi, dalla Madonna Pellegrina portata in giro per l’Italia alle prediche domenicali dei parroci, quando le parrocchie erano affollate e guidavano, oltre alle anime, anche le matite copiative in cabina elettorale.
Oggi il costume dei cattolici, nel senso di battezzati, è profondamente mutato: la maggioranza di essi, pur rispettosi della tradizione, ascoltano poco o nulla i sermoni (specialmente se scivolano in politica) e assistono raramente alla messa domenicale. Agiscono di testa loro, non danno retta al prevosto e al curato, salvo in punto di morte: nel caso, diventano osservanti, si confessano e accettano, anzi chiedono, l’estrema unzione. Non si sa mai. Basti pensare che il 90 e rotti per cento dei defunti vengono portati in chiesa prima di essere trasferiti nella dimora definitiva.
Cosicché le parrocchie pesano assai meno, quasi zero, nelle scelte elettorali dei cittadini. I quali però sono influenzati dai mezzi di comunicazione, in particolare dalla tivù. Ovvio. La parola delle gerarchie ecclesiastiche, se divulgata da giornali ed emittenti, riesce ancora a persuadere una buona percentuale (15-20 per cento?) di persone, che possono determinare la vittoria e la sconfitta alle urne. Ecco perché ogni partito si preoccupa di avere la benedizione del Vaticano. Il quale, consapevole di ciò, in occasione di consultazioni, si sbilancia verso quelle forze che garantiscono (almeno sulla carta) rispetto per il proprio verbo. Dato che la Dc (esclusa la particella infinitesimale denominata Udc) è svaporata, i cardinali hanno il loro bel daffare a identificare il gruppo politico da sponsorizzare, e spesso falliscono l’obiettivo; ma questo è un altro discorso.
Con l’avvicinarsi del 24 febbraio, i porporati hanno sentito l’esigenza di esprimersi: l’uomo su cui hanno posato gli occhi, sperando di averlo azzeccato, è – manco a dirlo – Mario Monti, che ha il pregio di essere credente e apprezzato in alto loco (banche e finanza rapace). La nostra non è indiscrezione, ma una notizia pubblicata dall’Osservatore Romano, la voce del Papa e del suo entourage. L’articolo è un elogio del premier dimissionario e può anche essere letto quale incitamento ad andare avanti nei suoi propositi: coagulare consensi attorno alla famosa Agenda, una specie di Vangelo in cui si spiega come procedere nella spoliazione degli italiani usando la garrota fiscale. Un bestseller per chi nella povertà vede una virtù (povertà degli altri, s’intende).
Non ci stupisce la santa indicazione, ma le tribolazioni da cui è sortita: non tutti i principi della Chiesa erano della stessa opinione. E le divisioni sono rimaste. Normale che tra i prelati ci sia chi giudica in un modo e chi in un altro; meno normale è che ultimamente quanto avviene nelle segrete stanze si sappia. Diciamo che ha prevalso il parere di Angelo Bagnasco, erede di Camillo Ruini alla guida della Cei, quello che accettò le dimissioni di Dino Boffo dalla direzione di Avvenire per la nota vicenda della quale mi sembra si sia discusso abbastanza. Transeat. Il succitato Ruini all’epoca dei cinque referendum (uno di essi riguardava la fecondazione assistita) passò per un grande politico perché avrebbe convinto gli aventi diritto al voto a non recarsi al seggio, causando così il mancato raggiungimento del quorum.
Sottolineiamo che quella legge era stata approvata dal centrodestra, «regnante» Silvio Berlusconi, considerato nella circostanza, quindi, il premier della Provvidenza. La quale evidentemente è di umore mutevole, dato che ha cambiato idea: ora predilige Monti, semi-leader del semi-centro destinato a trasformarsi in un centro forte e potente al punto da obbligare Pier Luigi Bersani a soccombere. Sarà come Dio vorrà e può darsi che Bagnasco si debba rassegnare alla volontà celeste, che spesso non coincide con quella dei porporati: e non è solo un problema cromatico.
Intanto un miracolo il Professore lo ha già compiuto: l’ospedale Gaslini di Genova (sta a cuore ad Angelo Bagnasco) e l’ospedale Bambin Gesù di Roma (sta a cuore a Tarcisio Bertone) hanno ricevuto dal pio governo Monti, in articulo mortis, un finanziamento rispettivamente di 5 e 12 milioni di euro. Incoraggiante. Vittorio Feltri, 28 dicembre 2012

MONTI COME FINI, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 27 dicembre, 2012 in Il territorio | Nessun commento »

C’è qualche cosa di grave nell’autocandidatura di Mario Monti. Grave in assoluto, e grave perché messa in atto da un professore che predica correttezza, coerenza e rettitudine morale.

C’è da fidarsi di un uomo che non onora i patti stipulati con altri uomini? Che approfitta di una situazione di emergenza per trarne vantaggi personali? Io direi di no. E in questo Mario Monti non è diverso da Gianfranco Fini. Entrambi non sono stati eletti dal popolo ma nominati e sostenuti (il primo a premier, il secondo a presidente della Camera) in posizioni terze rispetto alla lotta politica. Entrambi hanno prima usato la poltrona avuta e poi tradito il loro azionista di maggioranza (il Pdl) con sotterfugi e l’obiettivo dichiarato di farlo fuori.

Monti come Fini, dunque. E in quanto a princìpi non diverso da quel tal Scilipoti che due anni fa tanto scandalo destò. Tradire in politica, purtroppo, non è una novità. Ed è triste vedere come la tentazione sia forte anche in uomini che sembravano al di sopra di ogni sospetto. Tipo Gabriele Albertini, che dopo aver fatto una prestigiosa carriera grazie a Berlusconi e a Forza Italia (sindaco di Milano, eurodeputato) sta ora mettendo a rischio la tenuta della roccaforte lombarda del centrodestra con conseguenze pericolose per le elezioni politiche nazionali. La sua smania di tornare in campo alle regionali come candidato governatore della Lombardia, complice l’ambigua componente ciellina del Pdl, gli ha fatto perdere la testa. Pensa solo alla sua ambizione personale, mette a rischio l’indispensabile (per il Pdl) alleanza con la Lega, minaccia di fare una sua lista pseudomontiana che sottrarrebbe pochi ma forse decisivi voti per provare a sconfiggere la sinistra.

È incredibile vedere liberali così arroganti da fare il gioco dei post comunisti. Albertini è come Monti: Il loro motto è: io sono io, tutti voi non siete nessuno. Non convincono, ricattano. Dicono che loro in politica non scendono, ma salgono. E su questo hanno ragione. Nel senso che, a differenza di Berlusconi che entrando in politica è sceso di livello, essi usano la politica per risalire nella scala sociale e in alcuni casi economica. Ma con disprezzo della gente a cui chiedono consenso. Come nel caso di Monti che, da due giorni in Internet su Twitter, non si è degnato di concedere la sua «amicizia» a nessuno. Perché lui è Monti. Ma per fortuna noi siamo noi. E tali resteremo. Alessandro Sallusti, 27 dicembre 2012

……Sottoscriviamo, dalla prima all’ultima parola, convinti come siamo che prima di predicare agli altri occorre dare l’esempio. Ma Monti come Fini, pieni di ego, sanno solo predicare, guardandosi bene dal fare ciò che predicano. g.

CORRIERE DELLA SERA E SOLE 24 ORE SCARICANO MONTI: TROPPO DI SINISTRA E STATALISTA

Pubblicato il 27 dicembre, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »

'Corsera' e 'Sole' scaricano Monti: "Un'agenda troppo di sinistra e senza nulla per la crescita"

Il professor Monti? Troppo di sinistra. E per la crescita la sua agenda non propone nulla di concreto. Parole di un fiero oppositore come Silvio Berlusconi? Nemmeno per idea. L’atto d’accusa è stampato sulle prime pagine dei due quotidiani che più di tutti gli altri hanno sostenuto ed osannato il Professore, rispettivamente il Corriere della Sera (che lo accusa di eccessivo statalimo) e il Sole 24 Ore (dove viene tacciato di immobilismo).

Corsera: Troppo di sinistra – Procediamo con ordine. Iniziamo dal Corsera e dall’attacco – un vero e proprio paradosso – firmato da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (quest’ultimo chiamato nel 2012 proprio da Monti in veste di “esperto” per il moitoraggio della spending review). Il punto dei due editorialisti è chiaro: “Di ridurre lo spazio che occupa lo Stato non si parla abbastanza nel programma che Mario monti ha proposto agli italiani. Anzi – prosegue l’editoriale di Via Solferino -, finora il governo Monti si è mosso nella direzione opposta“. Monti, lo statalista. Come statalista e accentratrice è, per definizione, la sinistra. Alesina e Giavazzi riferiscono poi delle voci di un’ipotesi “di ingresso delle Ferrovie dello Stato” nella Cassa Depositi e Prestiti. Si tratterebbe di una “ri-nazionalizzazione. Invece bisognerebbe andare nella direzione opposta: privatizzare la Cassa depositi e prestiti, come i governi degli anni Novanta seppero fare con l’Iri”.

Il Sole: Solo slogan – L’accusa sul Sole 24 Ore è firmata da Luigi Zingales, “idologo” di Fermare il Declino di Oscar Giannino. La bocciatura dell’agenda Monti è netta: “A grandi linee le proposte sono assolutamente condivisibili”, ma “è priva di numeri e dettagli. Più che un programma economico di rilancio, è un manifesto politico”. Secondo Zingales, però, c’è una parte più deludente di tutte le altre: “E’ quella sulla crescita: non per i principi enunciati (altamente condivisibili) ma per l’assenza di proposte concrete”. Il Professore, da mesi, insiste sulla crescita e sulla necessità di continuare la sua “opera” di governo per realizzare gli obiettivi in tal senso, ma secondo il quotidiano di Confindustria questi obiettivi, semplicemente, non esistono. Per Zingales – che rinfaccia al Prof anche l’accenno alla patrimoniale e la porta sbarrata all’abbassamento della pressione fiscale – l’agenda “non sembra un programma di riforme per un rilancio dell’economia, ma un programma per la protezione dei diritti acquisiti di chi vive di spesa pubblica”. Dura la conclusione del commento di Zingales: “Se un’altra volta l’agenda liberale viene usata come foglia di fico per difendere gli interessi di pochi, a soffrirne non sarebbe solo l’economia del nostro Paese, ma la sua stessa democrazia”. 27 DICEMBRE 2012

.…..E’  bastato poco perchè Monti discendesse dal piedistallo senza neppure essere “salito in politica”. E’ bastato che due dei maggiori quotidiani italiani, l’uno voce della borghesia ombarda e l’altro voce della imprenditoria italiana aguzzassero gli occhi e vedessero che Monti oltre le tasse non ha nulla da inventare per provocae la crescita. Per di più hanno scopert0 quel che  a tanti era abbastanza chiaro da tempo e cioè che  Monti è uno statalista convinto, come tutti  i burocrati della sua specie, e quindi uno di sinistra che amabilmente vuol far credere libewrale e liberista. Ma per esserlo non può favorire anzi ingigantire la presenza dello Stato nella vita dei cittadini. Quyesto lo fanno solo i despota di sinsitra, e Monti è questo che  aspira ad essere. g.

FINI-TULLIANI TRATTANO L’ACQUISTO DI UNA VILLA AL’ARGENTARIO: COSTO DUE MILIONI DI EURO

Pubblicato il 27 dicembre, 2012 in Gossip | Nessun commento »

La coppia vuole "farsi" una villetta da due milioni di euro sull'Argentario
Alla faccia della crisi e dell’austerity, Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani sono in trattativa per acquistare una villa all’Argentario da due milioni di euro. Come riporta il Giornale la coppia sta per acquistare la casa che da cinque anni prende in affitto d’estate ad Ansedonia, meta radical chic amata da politici, giornalisti e vip nostrani nel cuore della Maremma e vista mare.
Gianfranco ed Elisabetta si sono innamorati di questa villa immersa nella macchia mediterranea nel 2008 quando l’ex ministro Altero Matteoli gli ha fatto conoscere le meraviglie dell’Argentario. Ora l’avvocato-proprietario della casa è morto e i suoi figli che l’hanno ereditata hanno deciso di venderla al prezzo di due milioni di euro. Le trattative sono in corso da qualche mese e pare che si possa arrivare ad un accordo proprio prima dell’estate. Fonte : LIBERO, 27 dicembre 2012

.…….Chissà dove li prendono Fini e la sua comapagna due milioni di euro, specie di questi tempi. Comunque va comp0reso Fini, dalla prossima primavera è molto, molto probabile che avrà molto tempo da impegnare, magari coltivando l’orto della villa e vendere al mercato i prodotti ricavati.

PREZZI: NEL 2013 LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI PRECVEDONO UNA NUOVA STANGATA DI 1500 EURO A FAMIGLIA. E SIAMO SOLO ALLE PREVISIONI….

Pubblicato il 27 dicembre, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »

Prezzi: consumatori, arriva stangata 2013, +1.500 euro Una stangata ”drammatica” da quasi 1.500 euro a famiglia. E’ quella in arrivo nel 2013, secondo le previsioni di Adusbef e Federconsumatori. Tra alimentari, biglietti dei treni, rc auto, bollette, bolli e servizi postali e bancari, pedaggi, tariffa rifiuti e ricadute dell’Imu gli aumenti saranno ”insostenibili”, pari a 1.490 euro.

Un vero e proprio balzo, stimano le associazioni dei consumatori, sara’ quello della tariffa rifiuti che aumentera’ da aprile dell’anno prossimo del 25%, pari a 64 euro in piu’ a famiglia. A salire saranno pero’ anche i prezzi degli alimentari (+5%, 299 euro in piu’ legati all’incremento dei prezzi internazionali delle derrate), l’assicurazione auto (+5%, 61 euro in piu’), le tariffe professionali e artigianali (114 euro in piu’), le tariffe aeroportuali (dopo il rinnovo dei contratti di programma di Sea a Milano e Adr a Roma) oltre alle bollette di luce e gas, anche se in modo piu’ contenuto rispetto al 2012, e dell’acqua, la cui tariffa sara’ presto aggiornata dall’Autorita’ per l’energia.

Piccolo rincaro infine (1,5 euro in piu’) anche per il canone Rai, a cui si aggiungono pero’ anche gli aumenti di bancoposta, francobolli e raccomandate. ”Pesanti ricadute su prezzi e tariffe deriveranno dall’Imu applicata sui settori produttivi a cui si aggiungera’ – sostengono Adusbef e Federconsumatori – anche il malaugurato aumento dell’Iva da luglio. Il risultato quindi, anche per l’anno alle porte, sara’ drammatico. La stangata prevista, infatti, sara’ di +1.490 euro a famiglia”. Si tratta, proseguono, di aumenti ”insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie (gia’ duramente provate) e sull’intera economia, che dovra’ continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi”.

Le parole d’ordine per risollevare le sorti dell’economia sono quindi, secondo le associazioni, ”ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni, investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico e, soprattutto, per il lavoro che rimane il problema fondamentale del Paese. In assenza di un serio progetto che vada in questa direzione, la fuoriuscita dalla crisi si fara’ sempre piu’ lontana ed improbabile”, dichiarano i presidenti di Adusbef e Federconsumatori Elio Lannutti e Rosario Trefiletti. Fonte ANSA, 27 dicembre 2012

MONTI IL GIORNO DI NATALE ORDINA: E’ PROIBITO LAMENTARSI!

Pubblicato il 26 dicembre, 2012 in Politica | Nessun commento »

La campagna elettorale è iniziata. L’ex premier rompe gli indugi e annuncia su Twitter la sua “salita” in politica. Il 23 dicembre, tra attacchi al Cavaliere, ordini impartiti alla coppia Fini-Casini e ammiccamenti a Bersani, Mario Monti aveva annunciato la sua probabile discesa in campo in una conferenza elettorale poco sobria e molto politica.

Tante bordate a Silvio Berlusconi e l’impegno a fare nuovamente il Presidente del Consiglio se il Parlamento glielo chiederà.

Quindi a bocce ferme. Fuori dai giochi elettorali, senza mettere la faccia (ma il nome non si sa) sui cartelloni elettorali. Nella notte tra Natale e Santo Stefano, tramite il suo nuovissimo account di Twitter @SenatoreMonti, è tornato a parlare. Un cinguettìo perfettamente intonato col nuovo Loden da campagna elettorale che il professore ha indossato. “Insieme abbiamo salvato l’Italia dal disastro – annuncia Monti -. Ora va rinnovata la politica“, scrive attorno alle 23 e 30. Monti non ha nessuna intenzione di farsi da parte e dopo essersi auto regalato - per l’ennesima volta - il ruolo di salvatore della Patria lancia la sua nuova idea di politica. Quale sarebbe? Tanto per cominciare dobbiamo smettere di lagnarci. Tutti zitti. Anche se nella sua agenda spuntano parole come patrimoniale che a molti fanno venire i capelli dritti. Al professore non piacciono le domande e i giornalisti, figurarsi le critiche. “Lamentarsi non serve, spendersi si (sic, ndr)”, scrive l’ex premier. Tra tasse e balzelli da spendere, effettivamente, ci siamo rimasti solo noi stessi. E poi, ancora, l’annuncio della discesa in campo che, però, non è più un moto verso il basso ma verso l’alto. Un’ascensione, insomma. Come per i santi. “Saliamo in politica… Insieme… Saliamo in politica.” Lo aveva già detto durante la conferenza stampa, facendo anonimo ma chiarissimo riferimento alla storica discesa di Silvio Berlusconi nel 1994, che lui trova orribile l’immagine dello scendere in campo. Non è dato sapere se l’ascesa contempli anche un prosaico, pedestre e democratico passaggio dalle urne. Che poi è “solo” la grammatica fondamentale della democrazia. 26 dicembre 2012

……………L’uomo, cioè Monti, s’è bevuto il cervello. Nemmeno Mussolini che era Mussolini era arrivbato a tanto: oerdinare di non lamentarsi. Perchè, ha aggiutno, io vi ho salvato. Da che è assai difficle da capire e nemmneo si prende la briga di dircelo. Ci ha subissato di tasse, che, come dice Feltri, qualsiasi imbecille saprebbe mettere ed ha ridotto l’Italia a u paese di terzo mondo, con il debito pubblico che è aumentato sino a soforare il tetto di 2000 miliardi, i disoccupati salgono all’115, la percentuale più alta dagli anni 60, il PIL è diminuito, i consumi sono ridotti a quelli dell’immediato dopoguiertra, le attività cmmerciali chiudono al ritmo di migliaia al mese, le attività industriali sono ridotte al lumicino, le auto non si vendono più e nemmeno le case, perchè le Banche, imbottite di denarti da Monti, non fanno più mutui. E noniostyante questo sia il bilancio del suo anno di potere smisurato, uno e solo!, Monti cinguetta su Twitter per informare urbi et orbi che egli “sale in politica” perchè vuole continuare a fare ancora più danni di quanti ne ha già fatti. Meno male che il suo annuncio noin spostga di una virgla le percentuali del cosiddetto centro di Casini e Montezemolo su cui poggia le sue sfrenate ambizio ni il signor Monti. Non si illuda, gli italiani sanni incassare ma al momento opportuno quatro sganascioni a chi se li merita li sanno dare, ovviamnete nelle urne. g.

MONTI:TANTI AUTO-ELOGI E POCHE RISPOSTE, di Vitgtorio Feltri

Pubblicato il 25 dicembre, 2012 in Politica | Nessun commento »

Illustre presidente Monti,
ho seguito in diretta tivù la sua conferenza, ieri, e mi aspettavo che lei facesse chiarezza sul suo futuro e anche un po’ sul suo recente passato di premier: sono rimasto deluso.

Ha parlato per oltre due ore, in italiano e in inglese, ma ha eluso le questioni più importanti, direi drammatiche.

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Da giorni e giorni si ipotizza su tutti i giornali (senza contare altri mezzi di comunicazione) che lei sia pronto a partecipare alle prossime elezioni politiche, in veste di capo dei centristi, ma l’unica sua affermazione in proposito è stata: «Non mi piace l’espressione “scendere in politica”, preferisco “salire in politica”».
Problemi lessicali a parte, ancora non sappiamo quali siano i suoi programmi. Dalla sua bocca non è uscito nulla di preciso, tranne la solita cantilena che sintetizzo: l’Italia era sull’orlo del burrone, poi siamo arrivati noi tecnici e l’abbiamo salvata.
In che senso salvata?

D’accordo, lei ha conquistato la fiducia di Bruxelles, di Angela Merkel eccetera; la sua presenza nelle frequenti riunioni ad alto livello europeo è gradita; allo spread è stata messa la museruola e non morde più. Però, sul piano pratico, il nostro Paese – se ci atteniamo ai dati economici – sta peggio di un anno fa: il debito pubblico è mostruosamente aumentato, sfondando il tetto di 2.000 miliardi; il Pil è crollato; l’imposizione fiscale è la più alta del mondo; la disoccupazione si è impennata; la produzione industriale e i consumi sono diminuiti; il valore degli immobili è sceso a causa dell’Imu, impoverendo i cittadini (la maggioranza) proprietari di casa.
Se il quadro è questo, e lei non lo ha corretto (segno che non è sbagliato), come fa ad asserire che il suo esecutivo ha operato nell’interesse nazionale? Scusi la franchezza, presidente: se lei gode di stima e simpatia nella Ue, ma i lavoratori hanno meno soldi in tasca in quanto pagano più tasse e rischiano di perdere il posto, e i giovani non ne trovano uno, perché dovremmo ringraziarla? Su questi punti cruciali lei ha sorvolato, benché il suo discorso sia stato straordinariamente lungo, stavo per dire prolisso e curialesco.

Da un insigne docente ci attendevamo qualche spiegazione; come si può considerare positiva la sua gestione se gli indicatori economici (escluso lo spread) sono negativi? Le assicuro: sono interrogativi che si pone chiunque sia in buona fede. Perché non li ha affrontati, ma accuratamente aggirati? Sono consapevole. La maggioranza con la quale ha avuto a che fare non le ha concesso di varare riforme radicali; quella del lavoro è stata stravolta per intervento del Pd; il taglio della spesa (come mai lo chiama spending review?) è stato osteggiato dai partiti, le liberalizzazioni sono lettera morta, e mi fermo qui per carità di patria.
Lei m’insegna che per sistemare un bilancio sbagliato bisogna agire sue due fronti: aumentare gli introiti e ridurre le uscite. Altrimenti il pareggio non si raggiungerà mai. Lei è stato costretto ad azionare soltanto la leva fiscale, e l’ha fatto con brutalità. Abbia pazienza, presidente: ad aumentare le tasse sono capaci tutti, persino gli imbecilli. Finora la famosa agenda Monti ci ha riservato l’alleggerimento delle tasche. Perché allora dovremmo sperare che venga adottata anche in futuro? Per quale motivo gli elettori dovrebbero votare quei partiti che intendono farne tesoro come se fosse il Vangelo?
Infine, alcuni dubbi: lei «sale o non sale in politica»? Eventualmente salisse, in compagnia di chi? È lecito che un senatore a vita e già premier tecnico «extra partes» si getti nella mischia dei politicanti? Mi prendo una libertà: si tiri fuori dalla bagarre e aspetti sereno il risultato elettorale. Meno si agita e più crescono le sue probabilità di abitare gratis per sette anni al Quirinale, che mi dicono sia più ospitale della Bocconi. Vittorio Feltri.

……………Le lettere, si sa, anche quelle “aperte”, si chiudono con i saluti di ritto, ma ci sembra che la chiusa di FGeltgri sia andata al di là dei saluti di rito. Gli augurato il Qurinale. Sappiamo bene che quel che si dice e scrive, spesso non corrisponde a quel che si pensa, ma Feltri poteva risparmiarsi l’augurio  a Monti dell’alloggio, per di più gratis, al Qurinale per sette anni. Soltanto a immaginart cosa sarebbero i discorsi di fine anno per i prossimi sette anni, con le  snervanti pause di ricerca delle parole cui Monti è avvezzo, ci fa venire l’orticaria. Invece, speriamo che abbia ragione Grillo secondo il quale tra pochi giorni di Monti si perderà memoria. Sarà un bene per tutti. g.



SCANDALOSO E VERGOGNOSO: LE LEGGI DI MONTI FANNO PAGARE 89 MILA EURO DI IMU A CHI COMBATTE LA LEUCEMIA DEI BAMBINI

Pubblicato il 25 dicembre, 2012 in Costume | Nessun commento »

Il balzello, inesorabile, si abbatte sulla struttura d’eccellenza di Padova: “Siamo un Onlus, non facciamo alcun profitto. Con quei soldi avremmo finanziato un progetto triennale”

Monti fa pagare 89mila € di Imu al centro anti-leucemia dei bimbi

Il governo Monti se ne va. Le tasse del Professore restano. La più odiata è l’Imu. Che in certi casi si dimostra anche la più iniqua. L’enlenco degli immobili esentati dal pagamento comprende centinaia di società sportive, scuole private, alberghi camuffati da “casa del pellegrino” e molte altre struttre. Non, però, i centri di ricerca no-profit, dove si lavora giorno e notte per la nostra salute e per sconfiggere la malattie più terribili. Niente da fare: la “ricerca” deve pagare il balzello.

Lo Stato presenta il conto – E come sottolinea il Corriere della Sera, in alcuni casi, l’Imu per i centri di ricerca è un vero e proprio bagno di sangue. Un caso eclatante è quello dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, a Padova, nella Torre della ricerca (nella foto). Una vera e propria cittadella della scienza di 17mila metri quadri e dove lavoranno 700 medici. Certo, un vero e proprio palazzone. Dove però si combatte contro la leucemia dei bambini. Ma che non sfugge a un’Imu salatissima: lo Stato fa pagare un conto di 89mila euro.

Addio al progetto triennale – Niente da fare nemmeno per la Torre della Ricerca, insomma, che cominciò ad essere costruita nel 2009 (è stata terminata quest’anno) grazie alle donazioni dei privati. Il palazzo fu ideato dall’architetto Paolo Portoghesi, che in cambio non volle nessun compenso. Ma il compenso lo vuole lo Stato. “Abbiamo consultato tutti gli esperti e non c’è niente da fare – spiega Franco Masello, componente storico della Città della Speranza -. La legge è quella, dobbiamo pagare. Anche se la nostra è una Onlus in senso stretto. Neppure una lira di profitto. Finisce tutto nella ricerca. E con quegli 89mila euro avremmo potuto finanziare un nuovo progetto triennale”. Che non si farà. Per colpa delle tasse di Monti. Il Giornale, 25 dicembre 2012

………………..Non abbiamo parole per commentare quwsta notizia che ci riconferma che la presunta equità di Monti riguarda le Banche, non certo le fragili speranze dei bambini e l’impegno appassionato dei volontari che lavorano per rendere possile salvare la vita dei bambini. Lo Stato italiano del tecnico Monti non sa fare quello che un privato, l’archtetto Portoghesi ha fatto da solo: rinunciare al suo “compenso” pewr aiutare chi ne ha bisogno. Consoliamoci: non tutti sono aridi banchieri come Monti  e tanti, tantissim, i sono come l’architetto Portoghesi. Con questo esempio di autentica bontà, auguriamo a tutti

BUON NATALE

ARRIVA LA TARES , NUOVA TASSA SUI RIFIUTI, PIU’ COSTOSA DELL’ATTUALE TARSU. ECCO LE (BRUTTE) NOVITA’

Pubblicato il 24 dicembre, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »

Doveva essere la nuova imposta di gennaio ma era troppo vicina alla stangata dell’Imu e soprattutto sarebbe arrivata subito prima delle elezioni. Così – strategicamente, in vista di eventuali ricandidature – il governo ha rinviato ad aprile 2013 il debutto della nuova imposta comunale. Si chiama Tares e sostituirà la vecchia Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani) già trasformata in molti comuni in Tia (tariffa di igiene ambientale). E’ stata introdotta, con decorrenza dal 2013, dalla manovra salva-Italia e non sarà una sostituzione indolore perché la nuova Tares peserà di più sulle tasche dei cittadini.

Come le imposte precedenti, anche la Tares prende come base imponibile la superficie degli immobili, un’unità di misura convenzionale per stabilire le “quantità e qualità medie ordinarie” di rifiuti prodotti. Il calcolo verrà fatto sull’80% della superficie catastale ma non da subito: non essendo ancora un dato disponibile per i comuni, all’inizio l’applicazione della Tares si baserà sulle superfici dichiarate ai fini Tarsu o Tia, in attesa che l’Agenzia del territorio trasferisca i dati catastali alle amministrazioni comunali.
Ma il maggior peso della Tares non è dovuto a questo, bensì ad altri due fattori:

si tratta di una “tariffa” e non di una tassa, cioè di un prelievo che copre per intero un costo dell’amministrazione e non solo di un contributo parziale com’è ad esempio l’attuale Tarsu (ma non la Tia, che è già una tariffa);
copre anche altri costi oltre allo smaltimento dei rifiuti.

“Tares” sta infatti per “tributo comunale sui rifiuti e sui servizi” e finanzia due tipi di spese comunali:

• la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, svolto in regime di privativa dai comuni;
• i cosiddetti “servizi indivisibili” (illuminazione pubblica, manutenzione strade ecc.) attualmente non compresi nella Tarsu né nella Tia.

La Tares si pagherà in 4 rate: gennaio (ma nel 2013 la prima rata slitta), aprile, luglio e dicembre. Le prime rate saranno ancora commisurate agli import di Tarsu o Tia nel 2012 ma entro dicembre i comuni decideranno i conguagli (in prossimità del saldo Imu…).

Il pagamento potrà essere effettuato con bollettino postale o tramite modello F24 (scaricalo qui) che permette anche di compensare la Tares con eventuali crediti fiscali, come succede attualmente per il pagamento dell’Imu. FONTE ANSA, 24 dicembre 2012

.………………Abbiamo cercato nellìAgenda Monti questa novità. Non c’è perchè è una nuova tassa  e nella sua Agenda il signor Monti, il tassator continuo, non ha bisogno di elencarla. Tanto è solo una tassa in più…………………

MONTI CANDIDATO A LEADER DELLA SINISTRA, di Alessandro Sallusti

Pubblicato il 24 dicembre, 2012 in Politica | Nessun commento »

Ecco svelato il trucco del governo tecnico. Ieri è scattata la fase due del presidente Napolitano per togliere dalla scena politica il centrodestra e Silvio Berlusconi, dati per morti un anno fa e invece ancora vivi, tanto da spaventare chi già pensava, la sinistra, di avere in pugno il Paese.

Il presidente del Consiglio Mario Monti lascia il Quirinale

Col cavolo che Monti si farà da parte, come giurato il giorno del suo insediamento e ripetuto strada facendo, al termine del suo mandato. Scherzava, o meglio ci ha preso in giro. Lo avrebbe forse fatto se le cose fossero andate come deciso nel tardo 2011 nelle segrete stanze del Quirinale in collegamento con altre stanze, quelle cosiddette sacre del Vaticano. E cioè: abbiamo un anno di tempo per fare implodere il Pdl e consegnare il governo a una sinistra debole e inadeguata, quella di Bersani, ma a quel punto senza rivali.

Non è andata così. Sia pure tra tira e molla, tensioni e litigi, Berlusconi è riuscito nel miracolo di tenere insieme la baracca e, cosa inaudita, di trovare il coraggio e la forza per ritornare in campo. Cribbio, avrà detto Napolitano, di questo non ce ne liberiamo più. E allora ecco il piano B. Ha convocato il soldatino Monti, che nel frattempo si è pure montato la testa nonostante il suo gradimento tra la gente sia in picchiata. I due si sono fatti dettare dalla Merkel un’agenda lacrime e sangue sulla quale fare confluire i rottami della Prima Repubblica (Casini e Fini), un po’ di cattocomunisti (Riccardi e Olivero delle Acli) e una spruzzata di società civile molto chic (Montezemolo). Per fare cosa? Ovvio: aiutare la sinistra a vincere le elezioni ma, soprattutto, a governare dopo. Già, perché con un centrodestra in ripresa, e un Grillo acchiappavoti, Bersani e il Pd non avrebbero comunque i numeri sufficienti al Senato per fare di testa loro.

Dopo la truffa del governo tecnico, ecco quella del Centro europeista. Ma quale Centro. Monti è il nuovo leader, designato da Napolitano, della sinistra italiana. A Bersani il ruolo di comprimario, utile idiota, insieme a Casini, di un piano che passa sopra la sua testa e che lo costringerà a rinunciare a fare il premier, a favore di Monti, anche se vincente alle elezioni. È la classica operazione concepita a tavolino, l’ennesimo disperato tentativo di fermare il centrodestra e rimettere all’angolo i liberali. Ma come spesso capita in questi casi, si fanno i conti senza l’oste. Che piaccia o no, gli italiani dovranno deporre una scheda nell’urna. E, a quel punto, vedremo se sceglieranno una sinistra, sia pur mascherata, di tassatori inciucioni a caccia di poltrone o chi si impegna a liberarci dal giogo che sta uccidendo famiglie ed imprese. Il Giornale, 24 dicembre 2012

.……Intanto bentornato alla libertà ad Alessandro Sallusti e alla piena responsabilità del quotidiano che dirige e le cui battaglia sono alla base della vendetta giudiziaria di cui Sallusti è stato vittima. Quanto a Monti e alla sua quasi candidatura,  come l’ha definita l’ex ministro Tremonti non senza giustificata ironia, è evidente che l’uomo, rozzo all’interno della corazza di apparente cortesia, pieno di sè quanto basta a riempire una catena di navi mercantili e altrettanto incompetente,  l’ha presa proprio male  per essere stato costretto  a lasciare il posto in prima fila, al centro, che gli era stato   riservato da Napolitano con tanto di paghetta anticipata (laticlavio a vita, tanto per gradire) per tornare ad un governo eletto dal popolo come vuole la democrazia e la carta costituzionale del nostro Paese che non può servire solo per lucrose comparsate in TV di un comico sempre più guitto e sempre meno interprete delle lacrime e sangue che gli italiani stanno pagando per colpa di Monti. Ma Monti se ne deve fare una ragione e a nulla gli servirà insultare con gelida cattiveria il suo predecessore che non solo gli ha consentito di rimanere in sella per un intero anno nonostante la quasi totalità dell’elettorato di riferimento, bersaglio delle leggi ad mortem di Monrti e compagni, manifestasse ogni giorno la sua contrarietà ma che un ventennio addietro lo nominò, illustre sconosciuto,  commissario europeo per conto dell’Italia, posto che ha conservato anche con il centrosinistra e del cui lavoro non è rimasta gtraccia alcuna. Monti s’è rivelato in quesgte ultime oree per quel che è davvero: vanitoso, bizzoso, insolente e cattivo, sopratutto cattivo, nella convizione di essere il migliore, e addirittura insostituibile. Poveraccio,  non sa che tutti sono utili e nessuno è indispensabile, e  benchè egli sia o si professi essere un professorone, finge di non  sapere che questo lo sanno tutti, sopratutto i cosiddetti centristi dei quali vuol servirsi per avere questa patente di insostituibilità, mentre  a loro volta i cosiddetti centristi, quelli di lungo corso e i sopravvenuti, da Monterzemolo a  qualche cattocomunista di ritorno, di lui vogliono servirsi per fare i propri comodi. Si tratta di un gioco di specchi che cesserà quando anche  contro uno solo degli specchi uno dei giocatori urterà la faccia. E allora saranno dolori, anzi risate, con Monti che, per una volta d’accordo con Grillo,   non sarà altro che uno dei tanti figuranti, mafgari addormentato sugli scranni del Senato dove furbescamente ha preteso di posare le terga  prima di combinare i guari di questo straziante  anno di dolori e di tasse. g.